penna

Stefano Bruzzi

pittore del diciannovesimo secolo

Ecco un pittore che considerava la natura, la sua unica musa ispiratrice; ritrasse con amabile preferenza i greggi di pecore o mandrie di bovini, sui verdi pendii o gli innevati altopiani dell'Appennino piacentino. Il Bruzzi nacque a Piacenza il 28 aprile 1835, da una famiglia medio borghese , il padre Pietro faceva il magistrato e amava portare la famiglia in collina. Qui il giovane Stefano osservava i profili dei monti, i greggi con i pastori che passavano davanti a lui in silenzio, ai suoi occhi di bambino sembravano come creature da fiaba arrivati da chissà dove. Durante gli studi combatteva la noia e l'immobilità, facendo caricature e ritratti ai compagni di scuola. Finalmente a 19 anni, partì alla scoperta del mondo che lo circondava e si trasferì a Roma per studiare con il maestro Alessandro Castelli. Le lezioni non si tenevano in aula ma davanti agli imponenti ruderi dell'antica capitale , oppure girovagando per i castelli dei colli romani. Ma ben presto il Bruzzi rivolse il suo pensiero pittorico alla campagna, invece di disegnare colonne e capitelli, preferiva copiare gli alberi fibra per fibra o i rami, foglia a foglia; affinando così una tecnica schietta e un disegno, un pò duro ma schietto e robusto. Il primo dipinto gli fu commissionato dal marchese Anguissola, nel 1855 Bruzzi dipinse per lui "il castello di Gropparello" fù pagato 1000 lire, con quei denari Stefano fece ritorno a Piacenza. Nel 1859 si recò a Torino per arruolarsi nel regio esercito piemontese, voleva partecipare all’unificazione d'Italia, ma fu scartato per un difetto alla gamba. L'anno dopo si sposò e si trasferì a Bologna, dove collaborò con il pittore Luigi Busi. Nel 1860 visse a Milano e a Roncolo di Groppallo, qui acquistò una casa e divenne padre di ben 7 figli. Dovendo dare una adeguata istruzione scolastica ai suoi eredi, l'errante famiglia , decise di trasferirsi a Firenze. La corrente pittorica del Bruzzi si rispecchiava chiaramente in quella macchiaiola e qui in Toscana, frequentando pittori quali : Giovanni Fattori,Telemaco Signorini e Filippo Palizzi, (grandi esponenti di questa nuovo pensiero artistico) la sua opera subì una scossa di vitalità, cooperò con questi artisti alla rinascita della pittura di quel tempo.

Cominciò così ad esporre le sue opere alle più importanti mostre d'arte dell'epoca, culminate con il primo premio all'expo di Bologna del 1888, con il quadro "Ritorno dal mercato". Grazie alla fraterna amicizia con il grande pittore svizzero Arnold Bòcklin che lo mise in contatto con i mercanti d'arte in quel paese, iniziò ad avere estimatori e commissioni anche nel Nord Europa. Nel 1895 ritornò definitivamente a Piacenza ed accettò la cattedra di figura all'istituto di belle arti Gazzola e poco tempo dopo ne divenne anche direttore responsabile, chiamando come insegnante il collega Ghittoni altro grande pittore dell'epoca. Nel 1897 , Bruzzi, espose alla biennale di Venezia quello che a detta degli esperti è il suo più grande capolavoro: il "Don Chisciotte" riscuotendo uno straordinario successo di critica e di pubblico. Stefano Bruzzi, dipinse fino a poco tempo prima della sua morte, (avvenuta a Piacenza il 4 Gennaio 1911), lasciandoci una grande produzione di lavori, sempre di qualità e di ottima fattura. I suoi dipinti agli occhi dell'osservatore, incutono spesso una paura e una sorta di timore reverenziale, le stesse emozioni che si hanno guardando i grandi scenari che ci propone la natura e il Bruzzi ha il merito di averci spiegato tutto questo, senza misteri, con i mezzi più reali e sinceri che la pittura dal vero gli offriva. Dai suoi dipinti furono anche ricavate numerose cartoline postali che ebbero un notevole successo di vendite nei primi decenni del "900 e sono tuttora collezionate dai cartofili. Le sue opere più conosciute sono: Fatica del 1906, In alto del 1901, Letizia e Autunno del 1900, Egloga conosciuta anche con il nome "La quiete", Don Chisciotte del 1897, La pecoraia del 1884 conosciuta anche con il nome di "Erba ghiotta" e poi ancora I due cugini , Ritorno all'ovile, Nel Bosco, La fiera di paese, ed altre ancora.. (Stefano Beretta - 2010).


Stefano Bruzzi, illustre pittore piacentino