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Gian Maria Damiani

“eroe garibaldino”


I “Mille” di Giuseppe Garibaldi, da maggio a novembre del 1860, cancellarono per sempre il Regno delle Due Sicilie del giovane Re Francesco II di Borbone. L’esercito delle “camice rosse” era formato da un variegato mondo di personaggi, artigiani, fornai, avvocati, farmacisti, calzolai, macchinisti delle ferrovie, muratori, barbieri, musicisti, qualche disertore e sicuramente anche da personaggi che per motivi comprensibili si erano aggregati ai “Mille” sotto false generalità. In questo nutrito gruppo troviamo Gian Maria Damiani, nato a Piacenza il 15 ottobre 1832, di professione rappresentante dell’agenzia giornalistica Stefani, personaggio unico Damiani, a cui la città di Piacenza ha intitolato una via, era un personaggio molto apprezzato da Bixio e Garibaldi, aveva preso parte alle guerre di Indipendenza e in genere a tutti i movimenti risorgimentali, fra cui la celebre battaglia di Bezzecca. La figura di Gian Maria Damiani ha un rilievo notevole fra i combattenti per il risorgimento italiano, numerose sono le sue gesta raccontate dai cantori dell'epoca, alcune di queste sono anche causa di controversie narratorie. Nonostante ciò il Damiani viene rappresentato da tutti come una fiera figura, piena di vigore e di coraggio, si ricorda che durante la battaglia di Calatafimi riuscì a strappare ai Borbonici un lembo della bandiera italiana caduta in mano ai nemici. Gian Maria Damiani nacque a Piacenza il 5 Ottobre 1832, da Carlo e Domenica Bazzini, secondo di tre fratelli, ambedue morti in battaglia; Sigismondo Damiani a Novara nel 1848 con le truppe Albertine e Pietro in Calabria nel 1862 durante il tentativo di Garibaldi di conquistare Roma senza autorizzazione reale, dovendo così fronteggiare l'esercito di Vittorio Emanuele II in Aspromonte subendo alcune perdite e dove il Generale stesso fù ferito e di seguito imprigionato. Ma torniamo a Gian Maria che a 16 anni scappa per arruolarsi nelle truppe Sardo-Piemontesi, con questa milizia partecipa ad alcune battaglie nel Lombardo-Veneto ed alla disfatta di Custoza. Dopo alcuni anni passati all'estero, nel 1859 si arruola nelle guide garibaldine, dove per i suoi atti valorosi viene promosso sottufficiale. Il 5 Maggio 1860 è tra i primi ad imbarcarsi con i Mille per la liberazione dei territori del meridione, viene nominato capitano del 1° squadrone volontari a cavallo, partecipò a tutte le battaglie accanto al suo Generale, al Volturno salvò la vita proprio a Garibaldi, il quale si ritrovò circondato dai nemici e il Damiani caricò i Borbonici con le sue guide a cavallo inferiori numericamente, ma si abbatterono come un uragano sulle truppe napoletane riuscendo così a trarre in salvo l'Eroe dei due Mondi. Nelle milizie Garibaldine combattè a Bezzecca nel 1866 e l'anno dopo comandò le guide nell'Agro Pontino, ricevendo un encomio personale di Garibaldi che lo cita tra i valorosissimi. Dopo oltre 30 anni di battaglie, Gian Maria entrò nel mondo universitario, a Bologna, prima come reggente della facoltà di ingegneria e poi come economo. Nella città Felsinea redasse le memorie di alcuni Garibaldini e tenne aggiornato il ruolino dei Mille. Il Damiani morì nel capoluogo Emiliano il 7 settembre 1908. Ebbe numerosi riconoscimenti quali: la croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, la medaglia Garibaldina e l'argento al Valore Militare del quale ne andava estremamente fiero. Alcuni cimeli e lettere di Gian Maria, sono conservati nel museo Bolognese del Risorgimento. Di lui scrissero:" Ha una faccia che faceva desiderare di essergli amico, ma un portamento che metteva soggezione.Un uomo difficile da avvicinare per il suo carattere schivo; infatti lo ammiravano tutti ma gli parlavano in pochi; un fulgido esempio di soldato degno certamente, come il suo Generale, di essere raffigurato in un ritratto scultoreo". Gian Maria Damiani merita degnamente di fare parte degli eroi del Risorgimento, un personaggio che ha dato lustro alla nostra Piacenza. (Stefano Beretta - Piacenza 2012).


bandiera garibaldina