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il Convegno Ciclistico del 1905


di Filippo Lombardi

Il distintivo che esaminiamo per questo numero dell’Urtiga fa riferimento ad una manifestazione ciclistica avvenuta a Piacenza nel giugno 1905. Fra il 10 e il 18 di quel mese si svolse la “1ª Fiera di bestiame e delle Esposizioni Zootecniche”, un complesso di manifestazioni zootecniche volute e organizzate da un comitato che vedeva nell’agricoltura il solo ed unico fulcro dell’avvenire della provincia. Gli organizzatori principali furono infatti la Federazione Agraria, con il Comizio Agrario presieduto dal cav. Giacomo Riva, e la Cattedra Agricola Ambulante diretta dal cav. Zago. Si erano poi associate la Camera di Commercio e Società dei Negozianti. Proprio presso la “Società dei Negozianti, Industriali, Agricoltori” si era quindi costituito il “Comitato Pro Piacenza”, che aveva avocato a sé il compito di organizzare i festeggiamenti da affiancare alla esposizione Zootecnica. Ne era Presidente il cav. Emilio Fioruzzi, che si avvaleva della collaborazione dei vice presidenti Monti e Maerti e del segretario Salmoiraghi. Si affiancava poi il colonnello Luigi Capello (che sarebbe poi diventato famoso come comandante della II Armata nel periodo di Caporetto) come presidente della Sezione turistica e organizzatore del convegno ciclistico. Furono quindi messi in cantiere un convegno ippico con gimkana, uno spettacolo pirotecnico, una gara interprovinciale di tiro a segno, concerti musicali e vocali, le regate sul Po e infine, che ci interessa in questo caso, un “Convegno ciclo-motociclistico”, fissato per domenica 18 giugno con l’intervento del Touring Club Italiano. Non dobbiamo pensare ad un convegno ciclistico dell’epoca come ad una gara, bensì ad un raduno di amatori, a volte organizzati in associazioni, che sfilavano per la città. Il programma del convegno prevedeva, alle 10 del mattino, il ricevimento delle squadre sul piazzale della stazione e il loro ingresso in città sul percorso via Abbadia - via Alberoni - Tre Ganasce - Piazza del Duomo - via XX settembre - piazza Cavalli - Corso Vittorio Emanuele - via S. Antonino fino all’ingresso nel Teatro Municipale. Qui sarebbe stato offerto un “Vermouth d’onore” con il sorteggio di ricchi doni fra i partecipanti. Alle 14 era invece prevista la sfilata ciclistica vera e propria lungo le vie della città: via Giordani - Pubblico Passeggio - Corso Vittorio Emanuele - Piazza Cavalli – via Mazzini - via Poggiali - corso Garibaldi - via S. Antonino – Teatro Municipale.


convegno ciclistico al teatro municipale

Le cronache raccontano di una manifestazione di successo inaspettato, un convegno che sarebbe rimasto “memorabile nelle cronache del turismo nazionale”: sul piazzale della stazione si presentarono circa mille ciclisti (pochi in verità i motociclisti) provenienti da ogni dove, con i loro distintivi e le divise dai colori vivaci, al braccio sinistro la fascia con l’indicazione città di provenienza. Tutte le case del percorso furono addobbate a festa, il pubblico dei piacentini attendeva addensato sulle piazze e sui crocicchi per assistere alla sfilata: alcune squadre (Quinzano d’Oglio e Casalbuttano) si presentarono addirittura accompagnate da una propria fanfara, e molti poterono godere dello spettacolo del famoso pilota piacentino Peppino Tamagni che, al volante di una potente Marchand da 8 cavalli, un “gioiello di eleganza e di perfezione meccanica”, compiva evoluzioni ardite e sicure fra l’irrequieto esercito dei ciclisti..
I piacentini applaudirono particolarmente la rappresentanza locale della “Salus et Virus”, la numerosissima, oltre cento ciclisti, squadra di Como, e la rappresentanza militare del 49° e del 50° reggimento fanteria (oltre 70 ciclisti) con ufficiali e fanfara. Finalmente il corteo si mosse verso il Municipale: dalle finestre gremite, dai balconi si gettavano fiori, dalle ali dei piacentini assiepati scrosciavano gli applausi, e i ciclisti rispondevano al grido di “Viva Piacenza!!”. Giunti al teatro, i ciclisti presero posto in platea mentre i palchi erano stati riservati al pubblico. Il Regio Commissario cav. Bellini tenne il discorso di benvenuto, dedicato al “volante ciclo, simbolo del veloce progresso odierno”. I ciclisti, declamò a gran voce, sono al pari dei figli dell’antichità. Come nelle antiche Grecia e Roma i giovani esercitavano la mente nello studio e il braccio e le membra nei giochi del circo e nella corsa, oggi, ai figli di una società più progredita, spetta il dovere di “mostrare agilità e destrezza sul cavallo d’acciaio, e far con esso bella mostra d’ardire e di salda costituzione”. Seguirono gli interventi del Presidente del Comitato Pro Piacenza, Fioruzzi, e del colonnello Capello, presidente della Sezione Ciclistica, che improvvisò un applauditissimo discorso da soldato elogiando la formazione dei battaglione di volontari ciclisti dell’Esercito Italiano. Alle 14 si svolse finalmente la grande sfilata per le vie di Piacenza, e il corteo tornando al Teatro Municipale fu osservato dalla giuria sistemata su un palco in Piazza Cavalli. Il cronista dell’epoca annota, soddisfatto: “Notate ed applaudite, nel corteo, due signorine”. Alle 18, nel salone della Federazione dei Consorzi Agrari, avvenne la premiazione con la distribuzione di medaglie d’oro e d’argento, stendardi e distintivi a seconda del merito individuale o di squadra, e il tutto si concluse alla sera con un banchetto per cento coperti al Grand Hotel San Marco


a destra il generale luigi capello

Al convegno parteciparono ciclisti appartenenti alle società di Acqui, Alessandria, Biella, Bologna, Brescia, Bresso, Broni, Carugate, Casalbuttano, Casalpusterlengo, Cernobbio, Chiavari, Concorezzo d’Adda, Como, Cremona, Cuneo, Fiorenzuola (sola società della provincia), Genova, Gorgonzola, Lodi, Melegnano, Melzo, Milano (con Battaglione Volontari Ciclisti), Modena, Parma, Pietra Ligure, Quinzano d’Oglio, Reggio Emilia, San Giorgio Bresciano, Soresina, Suzzara, Verona, Voltri. Il successo della manifestazione, e l’aver visto da vicino tante squadre di ciclisti organizzati provenienti da lontano, provocò tuttavia nei giorni successivi amare considerazione. E’ vero che il gruppo piacentino era stato numeroso e aveva raccolto molti applausi ma esso era stato, in realtà, la squadra meno organizzata. Tralasciando gli iscritti alla “Salus et Virus”, che tuttavia non avevano né un distintivo né una divisa propria, il gruppo piacentino era stato composto da ciclisti raccogliticci che si aggiungevano, per ingrossare la schiera, ad ogni svolta di strada.

Perché dunque, essendoci a Piacenza e provincia tanti appassionati, non avrebbe potuto essere possibile fondare sezioni, squadre e società come tante se ne erano viste nella sfilata? E perché non si esortava il colonnello Capello a favorire anche a Piacenza la nascita di un Battaglione Volontari Ciclisti come già avvenuto a Milano e Brescia?



distintivo ricordo del 1905

Il distintivo commemorativo del Convegno Ciclistico del giugno 1905 è di grandi dimensioni (nei lati maggiori misura mm 54 x 52) ed è realizzato in lamierino leggero stampato. Lo stile è pienamente liberty con cornici floreali e frasche: la figura principale è una donna abbigliata in stile antico che indica il Palazzo Gotico, al di sotto del quale si trovano lo stemma del Touring Club Italiano e lo stemma di Piacenza, smaltato in bianco e rosso, fissato tramite un piccolo rivetto. Al retro, il distintivo, reca il classico attacco a spilla. (testo dalla rivista l'Urtiga per gentile concessione di LIR edizioni).