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la Madonna di Piazza


Piacenza maggio 1926, in occasione del congresso eucaristico emiliano, è ritornata dall'alto del Palazzo Gotico a vegliare e a proteggere l'alma della città nostra. Così scrivevano i cronisti dell'epoca in questa festante occasione, la definitiva messa a dimora della scultura Mariana così cara a tutti i cittadini che con il campanone e il bandierone era il simbolo distintivo del magnifico palazzo voluto, nel lontano XIV secolo, da Alberto Scoto capo dei mercanti. Ma proseguiamo con la cronaca di allora.


la madonna di piazza

Secondo i più accreditati storiografi questa statua, rappresentante la Madonna seduta che sulle ginocchia tiene il figlio suo, ammonta alla metà circa del secolo XI. E' quindi di data antichissima. Verso il 1300 venne essa tolta dalla chiesa di Santa Maria de Bigolis, che venne distrutta e che sorgeva dove ora è la statua di Ranuccio Farnese, e collocata con carattere di provvisorietà nella nicchia del Gotico. Qui vi rimase fin verso il 1470 nel qual anno venne rimessa in altra chiesa. Poco vi rimase, perchè i piacentini la vollero di nuovo sul palazzo Comunale. E infatti nel 1597 costruito il balcone nel mezzo della facciata vi fu riposta la venerata statua. La Madonna fu collocata sopra al balcone dentro ad un baldacchino a tre cuspidi e ciò per meglio proteggerla dalle intemperie. Quì vi rimase sino al 1810 circa quando fu levata e messa e posta nella Basilica di San Francesco in una nicchia della prima campata a sinistra di chi entra. Il collegio dei parroci della città, interprete della fede e del sentimento del popolo Piacentino, con il paterno appoggio del veneratissimo Pastore e col consenso e l'interessamento dell'autorità comunale e della sopraintendenza ai monumenti, la volle di nuovo collocata al suo posto originale sopra al Gotico. Il giorno 29 Aprile alla presenza di tutte le autorità civili ed ecclesiastiche, davanti a una immensa folla di popolo benedetta la statua venne trasportata dalla chiesa di San Francesco alla piazza grande e qui sollevata sino alla sua nicchia. Ed il giorno 2 Maggio venne solennemente scoperta fra canti entusiastici, mentre il Campanone coi suoi rintocchi segnalava l'avvenimento a tutta la città ed ai dintorni. Migliore inizio di questo non potevano avere le feste Eucaristiche nostre.

A questo punto iniziarono i festeggiamenti che per l'occasione richiamò in città un innumerevole folla da tutta Italia. Oltre a tutte le altre manifestazioni a Piacenza vennero organizzate delle strabilianti luminarie atte ad ammirare i nostri più famosi monumenti e vie cittadine anche nelle tenebre serali. I nostri più famosi architetti: Paolo Costermanelli, Alfredo Soressi e Ulisse Arata si adoperarono per la preparazione di tutto questo e anche per la riuscita della famosa mostra di arte Sacra tenutasi per l'occasione..


la cattedrale, il gotico e via mazzini con decorazioni luminose

Così i nostri relatori ci raccontarono le decorazioni luminose: In direzione delle porte della Città venne innalzato un arco trionfale da dove sua Eminenza il Cardinale impartirà la Benedizione alla Diocesi. Quindici bande musicali saranno sparse lungo il corteo. Salve di cannone e lancio di colombi annunceranno l'uscita del Santissimo dalla cattedrale cui faranno seguito il suono delle campane di tutte le chiese e torri della Città Presteranno servizio d'onore i carabinieri a cavallo in alta uniforme. Le truppe e la milizia volontaria nazionale saranno schierate lungo il percorso. Nello svolgersi della grandiosa processione diversi aeroplani voleranno nei cieli di Piacenza gettando manifestini e fiori. La Cattedrale, Piazza del Duomo, via XX Settembre, Piazza Cavalli, Via Mazzini, tutti gli archi trionfali di cui sopra, la torre della Cattedrali e le torri delle altre chiese saranno sfarzosamente illuminate.


il trasporto della madonna di piazza al palazzo gotico

Tutti i cattolici piacentini orneranno le loro case con addobbi e bandiere per il passaggio del corteo. A Sera i superbi palazzi, nonchè le modeste case del popolo appariranno illuminate. Un potente riflettore getterà un fascio di luce su tutta la città. Aggiungiamo che per tutto questo vennero raccolte lire 526.709 di cui spese lire 346.693 per un avanzo di lire 180.000. Parte delle quali vennero devolute per la costruzione della nuova chiesa del Corpus Domini, della quale venne solennemente posata la prima pietra l'anno seguente alla presenza del Vescovo Menzani, del Podestà Barbiellini Amidei.


la madonna di piazza ricollocata nella sua nicchia

Questi avvenimenti fanno pensare con quanta relativa facilità allora si svolgevano manifestazioni di rilevanza quantomeno Nazionale quando ancora si voleva e si faceva il bene di tutta quanta la comunità dando lustro ed onore alla nostra Piacenza e di quanto sia difficile politicamente, burocraticamente ed economicamente organizzare un evento ai giorni nostri. Liberamente tratto da atti del III congresso eucaristico regionale emiliano. Piacenza 13-16 Maggio 1926, stampato da unione tipografica piacentina.