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il Conte Villa Maruffi

fondatore della casa di riposo


conte Carlo Luigi Villa Maruffi e lo stemma di famiglia

Il 15 giugno 1852 con decreto approvato da Carlo III di Borbone duca di Parma e Piacenza, viene istituita nella nostra città una casa di ricovero per i poveri lavoratori inabili e impotenti al lavoro. Come da testamento viene ordinata dal benefattore piacentino conte Carlo Luigi Villa Maruffi, deceduto pochi mesi prima, il 21 di aprile nel suo palazzo cittadino. Ultimo erede maschio di una famiglia nobile proveniente dall'appennino ligure e stabilitasi a Piacenza nei primi anni del XVI secolo, il conte Carlo Maruffi volle istituire nella propria abitazione di via Roma questo pio ritiro (al tempo chiamata strada San Lazzaro o strà ad Suar). La dinastia Maruffi aveva creato le proprie fortune grazie allo studio, essi erano infatti dottori, famosi magistrati avvocati delle famiglie potenti, dapprima sotto lo Stato Pontificio con papa Paolo III , poi il periodo dei duchi Farnesiani e infine l'Impero. Questa amicizia con Principi e Corti ducali, ha dato accesso ai Maruffi a feudi (Pieve Dugliara e Caratta Maruffi per ricordare i più famosi) e titoli nobiliari tanto che in pochi anni crearono un importante patrimonio personale sempre ben amministrato dai finanzieri della famiglia.


ospiti e maestranze anni 1940-50

Il conte Carlo Luigi era nato nel 1772 (battezzato in San Savino il 22 ottobre 1773) da Francesco, regio questore del Magistrato delle Finanze del Ducato e dalla contessa Leila Scotti da Sarmato, studiò al Collegio dei Nobili di Parma con ottimi risultati nell'apprendimento delle lingue straniere e nella accademia delle belle arti. Amante dei viaggi visitò le città più importanti d'Europa, si sposò nel 1821 con la contessa Laura Paolucci da Forli. Questo fù un matrimonio infelice che riempì di dolore e amarezza Carlo Maruffi, che rimasto vedovo nel 1831 decise di non risposarsi più e di allontanarsi dalla sua città d'origine e dalle maldicenze dei salotti aristrocratici. Dopo una grave malattia soggiornò per anni in varie località alpine, tanto che in patria si vociferava che il Maruffi avesse chiesto la cittadinanza Austriaca perchè era stato nominato Ciambellano Imperiale e dovette mantenere una certa neutralità di pensiero, ma ebbe sempre a cuore le vicissitudini della sua Piacenza. Ormai più che settantenne decise di scrivere il proprio testamento, lasciò a Carolina unica figlia,andata in sposa al Conte Ceccopieri di Massa, una cospicua parte del patrimonio, un altra parte andò ai parenti e ai suoi 11 dipendenti e quasi metà dei suoi beni venne lasciata per l'istituzione della casa di riposo denominata "Ricovero e Provvidenza" per gli inabili al lavoro della parrocchia di San Savino, ma poi estesa agli indigenti di tutta la città.


in via roma il palazzo maruffi anni 30

Il ricovero Maruffi per diversi anni funzionò con il lascito della famiglia omonima e con quello di altri nobili, passò poi sotto l'amministrazione della Diocesi. L'ospizio ospitò una media di 100-150 persone all'anno con un picco di 235 pazienti negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. E cosi nel quattrocentesco palazzo di via Roma da più di un secolo e mezzo è attiva quella che a Piacenza viene indicata come Opera Pia Maruffi e il conte Carlo Luigi Villa suo benefattore e creatore, entra sicuramente nella schiera dei personaggi illustri piacentini. (liberamente tratto dal profilo bibliografico di Emilio Nasalli Rocca da Corneliano).