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Trasferito "provvisoriamente" il Materiale di Velleia


il trasferimento "provvisorio" dei reperti archeologici da Velleia a Parma


statue della famiglia Giulio-Claudia rinvenute nel foro di Velleia

Anno 1973 Velleia Romana-Piacenza. Tutto il materiale autentico esistente nel paese dell'alta Val Chero è stato trasferito al museo nazionale delle antichità di Parma. La decisione è stata assunta, in tutta urgenza, dalla dott.ssa Mirella Calvani Marini, direttore del predetto museo e degli scavi di Velleia. La decisione è stata assunta all'indomani di un tentativo di furto sventato dal pronto intervento del custode. La dottoressa Calvani in una lettera al settimanale cittadino "Tuttigiorni" ha auspicato che il trasferimento di cui si è detto sia "provvisorio". E' certo comunque, che questa ennesima "spoliazione" di Piacenza pone in modo rinnovato il problema della conservazione del nostro patrimonio storico, artistico ed archeologico. Non è certo la prima volta (ci auguriamo che sia l'ultima!) che preziosi reperti prendono la via di Parma, antica capitale del Ducato. Non ci spingono ragioni campanilistiche ma motivazioni che si riferiscono alla considerazione che la conservazione delle cose antiche non può prescindere dall'ambiente naturale in cui le stesse sono nate o state ritrovate. I restauri di Palazzo Farnese, proseguono a ritmo lento ma proseguono. La sistemazione nella imponente mole cittadina del museo civico, potrà forse servire a risolvere molti problemi, ma non tutti. Per quanto attiene a Veleia, ad esempio, è nostra ferma convinzione che i preziosi reperti trasferiti a Parma in epoca recente ed anche antica, non saranno in ogni caso consegnati al museo Civico (appunto perchè trattasi di museo civico mentre il materiale è di proprietà dello stato) ma potranno eventualmente ritornare a Veleia, e solo a Veleia, se li si saprà predisporre in un luogo opportuno per la loro conservazione. L'augurio è che gli enti pubblici piacentini affrontino finalmente, nei modi e nelle sedi più opportune, la questione della salvaguardia del nostro patrimonio e della sua restituzione a Piacenza, tanto di quello di Veleia, come dell'altro.. (la vòs del campanòn 1973).

Parliamo di Velleia Romana


veduta panoramica di velleia romana

La città romana di Velleia sorge a circa 35 km da Piacenza, nell'alta Val Chero a 500 mt s.l.m. La sua nascita come centro romano si deve alla sua favorevole posizione e ad un preesistente antico abitato ligure. Plinio indicava che nella città risiedevano numerosi ultracentenari indice di salubrità già antica. Scese l'oblio sull'antico abitato forse per cause naturali (terremoti o smottamenti) e per la caduta dell'antico impero romano, fino al 1747. In quell'anno venne casualmente ritrovata dal parroco la famosa tavola bronzea denominata Tavola Alimentaria Traiana, dapprima venduta a pezzi ad un fabbro e prossima alla fusione fu notata da due canonici conoscitori delle cose romane (il Costa e il Roncovieri) che l'acquisirono e ne fecero dono a Filippo di Borbone. Il duca di Parma e Piacenza fece proseguire gli scavi e con notevole frutto di oggetti ed edifici. Nel 1847 fu individuato l'anfiteatro, nel 1875 alcune tombe risalenti al periodo ligure, nel 1942 furono sterrate le gradinate dell'anfiteatro, nel 1948 proseguirono i lavori di ripristino del foro, della basilica e delle terme. Oltre alla tavola Traiana, furono ritrovati numerosissimi reperti scultorei sia piccoli bronzi che grandi statue marmoree, ricordiamo su tutte quelle di Livia e Claudio, la Vittoria Alata, la testa di giovinetta di epoca tardo etrusca, i Bronzi di Dionisio e di Ercole bibace, ecc.. (a cura del E.P. del Turismo anno 1954)

la Storia della Tabula di Veleia


tabula alimentaria di veleia

La tabula rappresenta l'istituzione degli Alimenta per la città di Veleia, originariamente voluti dall'imperatore Nerva e poi portati avanti da Traiano, si trattava di prestiti di forma ipotecaria concessi ai proprietari terrieri obligatio praediorum i cui interessi erano devoluti al mantenimento di fanciulli indigenti, con il duplice intento di incrementare le attività agrarie e sostenere le famiglie povere per contrastare lo spopolamento delle campagne, garantendosi, così, future generazioni di soldati e contadini. La prima istituzione alimentaria riguardante Veleia venne fatta nel 101 d.c. Il suo rinvenimento avvenne nel maggio 1747, in circostanze casuali, ad opera di don Giuseppe Rapaccioli, arciprete di Macinesso, durante i lavori di sistemazione di un campo nei pressi della pieve di Sant'Antonino. Ignorando il valore del ritrovamento, i frammenti della tavola furono venduti ad alcune fonderie della zona con l'intento di ricavarne denaro.

Il conte Giovanni Roncovieri venuto in possesso di uno dei frammenti e capitone il valore riuscì a salvare la tabula dalla distruzione acquistando i vari frammenti insieme al conte Antonio Costa, canonico della cattedrale di Piacenza. Nel 1749 due studiosi Lodovico Muratori e Scipione Maffei giunsero al riconoscimento del reperto rinvenuto nella tabula alimentaria traianea, iscrizione riguardante il prestito fondiario ipotecario disposto dall'imperatore Traiano e finalizzato a sostenere i fanciulli indigenti. Muratori arrivò anche a sostenere che la zona in cui era stata trovata la tavola fosse il luogo in cui sorgeva l'antica città di Veleia. Nel 1760 la tavola divenne di proprietà del duca Filippo I di Parma che fece partire gli scavi per riportare alla luce l'antica città di Veleia. Nel giro di qualche mese, inoltre Filippo fondò a Parma, in modo da contenere i ritrovamenti veleiati, il ducale museo di antichità, poi divenuto museo archeologico nazionale.