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Rimangono a Piacenza tre Album di Bot


gli animalari contengono caricature pungenti
ma il “Terribile” era il primo ad ironizzare su di sè
-Arisi ferdinando-


di Emiliano Raffo


La Banca di Piacenza ha acquistato alcune raccolte di carattere locale del grande artista, si aggiungono ai depositi di monsignor Tammi e don Bearesi. Un pò di Bot resta a Piacenza. Alla Banca di Piacenza, esattamente. Calato il sipario sulla mostra "i Bot della collezione Spreti" (la prestigiosa esposizione ha chiuso i battenti lo scorso 17 febbraio, com’è noto), un pezzo di quella fortunata collezione è rimasta comunque in città. L’Istituto ha infatti acquistato da un collezionista, non piacentino, tre album in cui Osvaldo Barbieri raffigura, sotto forma di caricatura, personaggi noti, e meno noti, della nostra città. I tre album denominati rispettivamente “A ciascuno il suo”, “A chi tocca tocca” e “Chi c’è c’è”, coprono un breve periodo storico.


a ciascuno il suo 1939 - come un verme strisciante

Il primo è del 1939, il secondo del 1940 e il terzo del 1941. Tre anni solamente, ma sono tante le caricature, sempre ironiche e spesso pungenti. Ferdinando Arisi, il critico d’arte che nel catalogo della mostra di Bot a Palazzo Galli ha riprodotto tutte le diciture sottostanti i vari disegni, ci ha quindi aiutato ad interpretare correttamente i cosiddetti “animalari”: “Questi album, così chiamati, sono una parata di animali con volti umani. Caricature dei piacentini, più o meno conosciuti, dell’epoca. Ma Bot, siatene certi, non voleva essere offensivo disegnando -bestie-. Tanto che ogni album si apre con una sua caricatura. Nel primo si raffigura come un verme strisciante, nel secondo come una vespa, nel terzo come la morte, con tanto di falce in mano (ricordiamoci che era tempo di guerra, dopo tutto)”.Intelligente, Osvaldo Barbieri: ironizzava su di sé per poter liberamente ironizzare sul prossimo, sebbene, parole sue, “senza uscir fuori del decoro”.


a chi tocca tocca 1940 - rino il maiale usuraio

Nel primo album spicca un usuraio, tale Rino, beffardamente ritratto come un maiale. Colpiscono anche il politico fascista (un ragno) e il menagramo (un corvo nero). Il secondo album, peraltro l’unico dei tre ad includere persone facilmente individuabili, presenta alcuni membri di famose famiglie piacentine (Bordoni, Toscani, Prati), oltre al grande poeta dialettale Valente Faustini (per gli occhi dell’estroso Bot un “bombo liberale”) e l’avvocato Vincenzo Salvetti (visto come una cimice), di cui “il Terribile” era inquilino. L’ultimo album contiene volti di difficile identificazione, ma gli animali scelti (pipistrello, tricheco) esplicitano le caratteristiche fisiche dei soggetti in esame.


chi c’è c’è 1941 - la morte con falce

Queste tre opere vanno ad aumentare l’archivio documentario che la Banca ha costituito anche con i depositi del materiale di monsignor GuidoTammi e don Luigi Bearesi.(bancaflash maggio 2007).