penna

i Dipinti Negati

di Cristian Pastorelli
Storia delle opere "rimosse" che ornavano
il convento dei Frati di Santa Maria di Campagna

Tutti usano fare una introduzione e così faccio anch’io. Conosco i frati di Santa Maria di Campagna, da oltre vent’anni, nel 1998 mi aggiudicai il primo premio giovani all’estemporanea di pittura “Mostra di Primavera“ organizzata dalla Banca di Piacenza, presso il Piazzale delle Crociate adiacente alla Basilica. Una grande soddisfazione è stato vedere tre mie opere raffiguranti in ordine di tempo:“S. Abate” 1998, “Cristo risorto” 2000, “Cristo, Misericordia Domini” 2015, esposte in Basilica durante la loro festa celebrativa, diventate ormai presenza ricorrente della vita liturgica e riferimento per la preghiera dei fedeli.

Poco tempo fa, partecipai ad una conferenza, promossa dalla Banca di Piacenza, sul tema “il Pordenone e Santa Maria di Campagna. Incentrata sulle opere di casa nostra e percorrendo la successione degli episodi dipinti, sono venuto a conoscenza che il Pittore, non dipinse mai un ”Cristo Pantocratore”, nei suoi affreschi! Beh, il destino vuole che lo abbia dipinto io dopo 500 anni, un collegamento simpatico,a mio parere, come se il Pordenone aspettasse il Pastorelli, non a caso 2 cognomi con la “P”, per continuare a comunicare “Arte Sacra”, con immagini moderne, dei nostri giorni, che si sposano bene con il passato della Basilica.


Per me dipingere è un atto d’amore, è vivere; indispensabile come respirare.
Da convinto credente quale sono, in Arte Sacra, ho sviluppato uno stile personale dove, pur utilizzando iconografie consolidate, i volti dei Santi sono contemporanei, i colori sono vivaci e luminosi, uomini di oggi che al tempo stesso sono figure della fede, eroi di un’esistenza tutta spirituale.


Con grande umiltà si è pensato di dipingere le lunette del suggestivo chiostro di Santa Maria di Campagna, raccontando temi tradizionali con sensibilità nuova, come la storia del suo fondatore, ”San Francesco” e degli avvenimenti più significativi accaduti negli anni. Creando compositivamente, una serie di dipinti murali che raffigurano scene e personaggi di oggi e del passato, da Papa Urbano II a Papa Giovanni Paolo II in visita a Piacenza nel 1988, dove riceve il benvenuto, in Santa Maria di Campagna, attorniato da una grande folla di gente, accompagnato dal Sindaco Angelo Tansini, vicino a Padre Gherardo, l’illustratissimo porporato” Cardinale Agostino Casaroli” e appena dietro il Vescovo Mons. Antonio Mazza, dal presidente della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani al critico d’arte Vittorio Sgarbi, questi realizzati in omaggio alla ”Salita al Pordenone“. Quest’ultimo ciclo pittorico unico nel suo genere all’interno del chiostro, infatti si snodava su un’unica superfice continua, dove comprende ben cinque arcate.


Nell’opera conclusiva, ho unito il moderno col passato, rappresentando la sconfitta dei Mali che affliggono la società di oggi (droghe, dipendenze, depressione ecc..) sembra un trailer cinematografico, gli elementi ci sono tutti, dai loghi come il Tau Francescano, alla “P” icona dell’evento Pordenone, la voce narrante quella di Padre Paolo Benfenati che ci racconta una storia dove tutto può accadere, come San Francesco che sconfigge Lucifero mentre arriva San Michele con spada in pugno per dargli il colpo di grazia, la reporter Laura Parmigiani di Italia 159 assiste alla scena. Intanto una voce e un suono di chitarra echeggia nella mente del pittore Cristian Pastorelli (che incrocia lo sguardo del Pordenone, scambi di idee e di tecniche pittoriche) quella di frate Tiziano che richiama a se tutti gli Angeli Custodi in aiuto ai fedeli che cercano una mano dall’alto, mentre la Santa Madre volge uno sguardo di fede verso di noi accompagnata dai Santi Giovanni Battista e Santa Caterina, anche qui i frati dell’Ordine assistono alla scena di Maria che sembra sussurrare il titolo dell’opera mai stato scritto:“la Bellezza Salva il Mondo”che portata dagli Angeli arriva fino alla Salita al Pordenone.


Arte semplice, affidata alle immagini che vuole comunicare in maniera universale, indirizzata a tutti i tipi di persone, (uomini, donne, bambini, dotti o analfabeti), ma la storia ha avuto un epilogo ben conosciuto.Tutto è stato rimosso..
La particolarità che accomuna tutte le opere, è stata quella di inserire volti noti alla comunità francescana e ai piacentini, che frequentano il Convento, oltre a tutte le persone impegnate nella realizzazione dell’evento “Salita al Pordenone”, che passavano ogni giorno all’interno del chiostro. L’originalità dell’insieme è che alcuni personaggi sono stati raffigurati come religiosi, in questo modo il personaggio che ha un “significato”, viene realizzato con una persona che conosciamo.(cristian pastorelli-banca piacenza).