penna

i Sogni.. Tesori Preziosi

“di Carmen Marciante”
Oggi ho bisogno di parlare di desideri, di speranze, di aspirazioni. Ne abbiamo tutti necessità, in una società che ci rifila solo certezze con la pubblicità che ci condiziona, che vincola anche la nostra “normalità” in famiglie felici improbabili, dove le colazioni del mattino diventano cerimonie a dispetto di quello che avviene nelle ordinarie mattine di un italiano medio che si sveglia in anticipo prevedendo il consueto traffico, per chi ha ancora la fortuna di avere conservato un posto di lavoro.
Camminando per Piacenza ieri ho riflettuto a tutto questo, nell’attesa che aprisse la “Libreria del Corso”, una delle poche che ha creduto in me e che conserva tra gli scaffali le copie del mio primo libro uscito a Dicembre. Accanto a tanti romanzi c’è il mio, incognite pagine per chi non conosce il mio nome, vicino ad altri volumi scritti da fortunati autori, che già famosi, hanno la strada spianata.
Allora mentre osservavo i piacentini camminare contenti perché il sole tingeva di luce una città già meravigliosa di per sé, mi chiedevo cosa nascondessero nel loro intimo quelle persone, cosa vivessero, che nostalgie avevano, quali sogni avessero e quali invece fossero andati via? Chissà se anche loro a volte si sentono fiumi senza argine, quante volte nella loro esistenza si sono sentite come quel ponte che è crollato nella loro città.
A volte le nostalgie giungono così : imprevedibili e opprimenti, per gli artisti o chi ha un obbiettivo da raggiungere queste diventano più travolgenti, perché penso che solo chi non ha sogni per cui soffrire viva indifferente ai tormenti dell’anima. Per gli artisti questi tormenti sono ancora più subdoli poiché quando ti divorano ti lasciano sfibrati, quasi debilitati e spesso esausti.
E’ un gatto che si morde la coda, solo chi ha già una posizione o conoscenze ha la possibilità di avere successo, e in generale solo chi è raccomandato può aspirare ad un lavoro dignitoso senza fare la “gavetta” a 40 anni come lavoratore precario, in questo periodo difficile per l’Italia che, anche se c’è chi sostiene che la crisi è finita, la realtà di tutti i giorni è ben diversa da quella che ci dipingono.
Chi ha letto il mio libro lo ha trovato molto bello, mi dico consolandomi alle negatività a cui sto dando troppo spazio questa mattina; mi distraggo ricambiando il sorriso ad un bimbo nel passeggino mentre mi passa accanto sul marciapiede di Corso Vittorio Emanuele. Per ora quel bimbo è spinto dalla madre, ma quel marciapiede presto dovrà percorrerlo con le sue gambe, sperando che da adulto, oltre a due gambe forti, conserverà sempre il sorriso e il sole negli occhi.
La libreria nel frattempo ha aperto le porte.
La proprietaria mi accoglie come sempre con un sorriso che mi dona ogni volta gioia e speranza, mi viene da abbracciarla anche se non so se ha venduto i miei libri, ma ho imparato col tempo a controllare il mio istinto, così le comunico con gli occhi un grazie per ricevermi continuamente con lo stesso entusiasmo.
Ecco, accosto la porta spostando la rana di gesso che ostruiva il passaggio, rimugino sui miei sogni di diventare una scrittrice di successo ma poi medito che in realtà l’empatia con gli esseri umani è il trionfo sulle delusioni, il miglior best seller della mia vita lo scrivo ogni volta che sento che un altro essere umano mi tende una mano e il suo cuore è vicino al mio. Solo a quel punto i fallimenti diventano trionfi, veri, genuini, autentici… Come le vere persone comuni sono capaci di fare.



I sogni.. di Carmen Marciante