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al Pont da l'Oli – Ponte dell’Olio


stemma del comune

Questa zona già in epoca romana era abitata, infatti nella “Tavola Traiana” vi sono citate diverse località, ricordiamo; Polinanus (Folignano), Cassianus (Cassano), Ostilianus (Iustiano). Si ritiene che la strada che faceva da collegamento da Piacenza a Veleia attraversava l’antico borgo “Pagus Ferraticanus” l’odierna ponte dell’Olio. Il paese fu un importante punto di passaggio, infatti da qui passava l’antica via romana che collegava Piacenza a Lucca, inoltre l’importanza dal punto di vista commerciale venne accentuata dalle miniere di ferro, di rame e di talco che allora abbondavano tra i monti della Val Nure. Tutto ciò testimonia quale ruolo importante aveva come punto di snodo alla confluenza delle due strade principali della pianura e della città, all'inizio della valle vi era un grande afflusso di viandanti e viaggiatori e molti scambi commerciali con la Liguria. Nel magico intreccio delle mulattiere e dei sentieri appenninici c'era un traffico molto intenso tra la Ligura e le terre padane, l’attività di scambio era fiorente già nella seconda metà del quindicesimo secolo, intensa era l’esportazione dei grani valnuresi. Molto forte era anche il commercio di olio, infatti c’erano sei torchi per l’olio e parecchi mulini, arrivavano qui carovane di muli con il loro carico di olio di oliva, che veniva stivato in appositi magazzini. L’intensificarsi di questa attività diede luogo ad una ridenominazione della località, da Ponte Albarola all’odierno Pontedell’Olio. L’economia del territorio era determinata dai commercianti del luogo, la merce trattata consisteva principalmente in olio d’oliva, sapone, zucchero, miele, lino, scorze d’arancia, fagioli, formaggi, olio per lampade “olio da brusar”. Ricordiamo che a Ponte c'era un'elevata percentuale di cucitrici e filatrici da lino. La zona è ricca d'acqua che convogliava per la maggior parte in canali artificiali che ancora oggi solcano la campagna, gli appezzamenti terrieri sono riferiti agli abitanti del borgo di Ponte. Dai dati si può dedurre che le terre circostanti al borgo, esclusi gli orti, erano per lo più coltivate a cereali, a vite o ad alberi filari; l'area di bosco era molto ridotta, l’allevamento degli animali rilevato nell’abitato non dà risultati di grande rilievo, perché non riflette, l'effettiva consistenza del patrimonio zootecnico esistente nel territorio. Gli avvisi e i bandi scandivano la vita quotidiana del borgo, le gride sono i documenti che descrivono fatti e misfatti e disciplinano tutti i settori della vita sociale e delle attività economiche. Le gride erano gridate, lette ad alta voce per le strade dei centri abitati e nelle piazze, da un banditore al suono del tamburo per richiamare l'attenzione della gente. Poi le gride venivano affisse in luogo pubblico. Agli inizi del 1800 Ponte divenne sede di una municipalità che riunì anche altri paesi, venne istituita un'assemblea municipale e aperta la sede di una pretura di seconda classe. L'espansione demografica verificatesi nei primi quindici anni del secolo era destinata a subire una brusca battuta d'arresto in coincidenza con l'epidemia di tifo petecchiale sviluppatesi localmente nel 1817. La fiera annuale a Ponte, a partire dal 1617, è l'evento maggiore che fa del borgo e del suo territorio nel campo di scambi commerciali, un centro di primo piano per la varietà di prodotti. La fiera di tre giorni iniziava il 13 agosto, continuava nel giorno di San Rocco e finiva il 17 agosto. Questo evento veniva agevolato con promozioni che servivano a rivitalizzare l'economia locale e creare un polo economico in media Val Nure. Il mercato settimanale, realtà pubblica rilevante, dava connotazioni sociali importanti ed è un esempio di economia chiusa. Anticamente il paese contemplava tre contrade principali: quella del borgo e della piazza, la strada della mola e il cantone della fornace. Nel primo tratto di borgata esistevano, di particolare rilevanza catastale, due forni, la fornace Zurlini con corte, le osterie del sole e di san Marco, due cisterne comunali, la torre dell'orologio pubblico e alcuni negozi. Nella contrada della piazza avevano sede un forno ed il palazzo dei conti Selvatico, dotato di una stupenda ghiacciaia di forma circolare; c'era anche una fabbrica-fornace. Nel borgo le case oltrepassavano di poco l'edificio di San Rocco. La campagna era solcata da svariati corsi d'acqua e punteggiata da cascinali. Tanti erano i rii che partivano dal Nure ed erano utilizzati per irrigare e far funzionare i mulini, il più importante si chiama rio San Giorgio e ha origini sotto il mastio del castello di Riva. Le attività che spiccano nella zona sono l’agricoltura e l’allevamento, i prodotti da essi ricavati venivano venduti nel mercato settimanale o nelle fiere annuali. Ricordiamo che già dal 1100 vi era un flusso di pellegrini, che provenienti dal Nord Europa e diretti a Santiago de Compostela, salivano i sentieri dell’Appennino passando per la Val Nure e Ponte dell’Olio, (allora Ponte Albarola). Qui si trovava un struttura detta “hospitale”, presso la chiesa dedicata a San Giacomo, che dava ristoro e cure mediche ai pellegrini. Nel 1835, grazie a Maria Luigia d’Austria, venne realizzato un ponte in sasso per facilitare lo sviluppo del commercio. Nella metà del 1800 vennero proposti alcuni progetti di ferrovia che attraverso Ponte dell’Olio portavano a Genova,
una società inglese costruì nel 1880 la tramvia Piacenza-Ponte con tre corse di tram a vapore. Nel 1932 venne eliminato il tram a vapore e si decide la costruzione di una ferrovia elettrica, venne costruito un nuovo ponte sul Nure su cui far scorrere i binari e la nuova ferrovia fu realizzata su un tracciato periferico. Durante il periodo bellico il ponte subì dei bombardamenti dai partigiani per impedire i rastrellamenti da parte dei tedeschi. Con la costruzione della prima fornace, dopo la metà del XIX, inizia la produzione di manufatti destinati all’edilizia e con essa la storia dell’industrializzazione a Ponte dell’Olio. Altri esempi di attività produttive sono;
la "Tevi" (Trafilerie e Viterie Italiane) di Ponte dell'Olio affonda le sue radici oltre
165 anni fa.
La famiglia “Soavi” 130 anni trascorsi tra distillati, ferramenta e ottonami.
Un “bottonificio” venne costruito nella seconda metà dell'Ottocento all'incrocio di via Francesco Acerbi e via Montegrappa. Molte sono le festività e celebrazioni ricordiamo; la fiera di San Rocco, la fiera di primavera, la fiera della Pancetta, i Sapori del Borgo. In queste occasioni di festa si possono visitare alcuni luoghi interessanti; le antiche Fornaci, il Castello di Riva, palazzo San Bono, palazzo Scrivani, l’antico Torchio presso l’azienda i Perinelli, il Castello di Torrano e la Chiesa di Torrano.
La zona è inoltre interessata da un’intensa e qualificata attività agrituristica, tanti sono i luoghi che offrono alloggio e ristorazione proponendo prevalentemente prodotti tipici locali di propria produzione. Per questo Pontedell’Olio è riconosciuta come località che si intreccia strettamente con la storia della Val Nure di cui è principale testimone.
Comune Ponte dell'Olio, mail; compdo@actaliscertymail.it
via V. Veneto 147 - 29028 Ponte dell'Olio Tel. 0523-874411 Fax 0523-874444


panorama sul ponte 1914


ingresso al paese 1960