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la Storia del Piacenza Calcio


Lo sport nel secolo scorso ed in quello che stiamo vivendo, pur in una piccola città come la nostra, ha dato parecchie soddisfazioni agli appassionati piacentini ed in particolare il ciclismo, il rugby, la pallavolo, l'atletica leggera, il tennis ed il calcio sono gli sport in cui squadre o atleti piacentini hanno conseguito risultati di un certo rilievo a livello nazionale e internazionale.

Uno dei fiori all'occhiello della città di Piacenza in materia sportiva è stato senz'altro il Piacenza Calcio, la più longeva ed importante squadra di calcio di tutta la provincia piacentina. La squadra nacque nella tarda primavera del 1919, non appena l'Italia si riprese dalle brutture della guerra e riaffiorò la voglia di divertirsi e giocare.

Il Piacenza Football Club venne fondata grazie ad un gruppo di studenti e lavoratori che scelgono come presidente il diciottenne Giovanni Dosi. Dopo aver ottenuto l'affiliazione alla Federazione il club si iscrive al campionato regionale di promozione emiliana scegliendo come colori sociali quelli della città, ovvero il bianco e rosso; capitano è il milanese Mario Giumanini. Nel primo campionato a cui prese parte, nel 1919-20, il Piacenza vinse subito davanti a Parma e Spal, ottenendo la promozione in Prima Categoria, che era la massima divisione dell’epoca, anche se non paragonabile ad una serie A come la conosciamo oggi perché i campionati erano suddivisi in raggruppamenti regionali. Nel 1920-21 il Piacenza, nell’Olimpo del calcio italiano, giunse 3° nel suo girone A emiliano e non si qualificò per le fasi successive del campionato. Nel 1921-22, sempre nella massima divisione, invece vinse il suo girone emiliano e passò alla fase successiva, sempre contro squadre emiliane ma non arrivò oltre il 4° posto in classifica.
Nel resto degli anni ’20 la nostra squadra ebbe sempre piazzamenti piuttosto lusinghieri nel campionato di II Divisione (che era la serie B regionale dell’epoca). Nel 1927-28 con la riforma dei campionati si qualificò per la I Divisione (sempre equivalente ad una serie B regionale), nel 1929-30 nacquero la Serie A e la Serie B ed il Piacenza non si qualificò per la Serie B e rimase nella I Divisione che però era diventata l’equivalente di una terza serie, fino a quando nel 1935-36 nacque la Serie C ove la nostra squadra rimase, esclusa qualche rara annata nella serie B o nella serie D fino alla metà degli anni ’80.


disegno di Luciano Ricchetti

Nel 1930-31 però il Piacenza andò assai vicino a giocarsi le gare per l’ammissione alla Serie B, ma alcune opinabili decisioni della Federazione, che annullò due partite favorevoli al Piacenza, fecero sì che un probabile primo posto in campionato (che dava la possibilità di giocarsi la qualificazione) venisse tramutato in un terzo posto. In questi anni giocava nel Piacenza uno dei giocatori più importanti nella storia del Piacenza, certamente l’idolo di quei tempi: Giuseppe ‘Pitìn’ Cella, piacentino, che ancora oggi è il più grande realizzatore di gol della storia della società. Nel 1937-38 il Piacenza ebbe un’altra occasione, ben più concreta di ottenere la promozione in Serie B: terminò il campionato al primo posto assieme al Fanfulla di Lodi e le due squadre dovettero giocare uno spareggio per determinare la squadra promossa in Serie B: purtroppo la gara vide il Piacenza soccombere per 2-1. Negli anni ’40 non vi furono risultati di rilievo. Dal 1945-46 il Piacenza giocò per tre stagioni in una serie B che la Federazione volle fortemente far giocare per ridare il via alle attività sportive dopo la II guerra mondiale e che, per mancanza di squadre, era in realtà un torneo che annoverava squadre di Serie B ed altre di Serie C (come il Piacenza).

Nella stagione 1951-52 i biancorossi dominano il proprio girone, ma negli spareggi promozione con le altre squadre vincitrici di girone vengono sconfitti dal Cagliari. Nasce in quell'anno l'appellativo "Papaveri", con riferimento alla nota canzone di Nilla Pizzi "Papaveri e Papere”.

Dopo alcuni campionati conclusi a metà classifica, al termine della stagione 1955-56 il Piacenza viene retrocesso in IV serie a causa di una presunta combine con il Piombino che la Federazione riconosce come illecito sportivo. Questa è la stagione che consacra il bomber di scuola milanista Gastone Bean, che realizza 23 reti in 21 partite. Dopo due stagioni in IV serie, nel 1957-58 i biancorossi ottengono la promozione in serie C annoverando tra le loro file i fratelli Albino e Giancarlo Cella. La gioia è però breve: infatti nella stagione 1960-61 il Piacenza opera un ridimensionamento, cedendo fra gli altri Albino Cella, e vive una stagione travagliatissima: viene esonerato il tecnico Korostelev e sostituito dal geometra Dario Cozzani che non è un tecnico di professione, quest'ultimo viene poi sostituito dal preparatore atletico Sergio Rampini che riesce a risollevare la squadra, ma nonostante tre vittorie nelle ultime tre partite il Piacenza retrocede in serie D. Nel 1961-62 il Piacenza punta alla promozione, la squadra allenata da Ivano Corghi disputa una buona stagione, ma alla fine si deve accontentare del terzo posto. La promozione non arriva neanche nella successiva stagione: il Piacenza parte male, ma con una buona rimonta nel girone di ritorno riesce ad ottenere l'accesso a un girone di spareggio con Solbiatese e Rovereto al termine del quale risultano promossi i lombardi. Il Piacenza lascia definitivamente la serie D nella stagione 1963/64 sotto la guida dell'ex capitano dei "Papaveri" Francesco Meregalli.


il Piacenza del 1964-65

Dopo alcuni anni di assestamento in serie C, nel 1967-68 i biancorossi, sotto la guida della vecchia gloria Sandro Puppo e poi di Leo Zavatti, danno l'assalto alla promozione in serie B ma arrivano secondi arrendendosi solo al Como. La promozione è solo rimandata alla stagione seguente, quando sotto la guida di Tino Molina e la presidenza di Vincenzo Romagnoli il club piacentino torna dopo 20 anni in serie B. Si completa in quell'anno anche la costruzione del nuovo stadio della Galleana, lasciando la storica sede di Barriera Genova inaugurata nel 1920.

La Serie B 1969-70 rappresenta un bellissimo momento nella storia della società ma anche una occasione sprecata: il Piacenza si affaccia al calcio che conta con una squadra inadatta e retrocede nuovamente in C dopo un anno soltanto. Dopo qualche anno piuttosto deludente il Piacenza ci riprova e nel 1974-75, alla guida dell’allenatore Giovambattista Fabbri e con una squadra formata da giocatori non molto noti ma comunque esperti e capaci stravince il campionato di Serie C, giocando un calcio estremamente moderno, capace di entusiasmare il pubblico piacentino.. e non solo. E’ rimasta nei ricordi degli sportivi la dichiarazione di Sandro Mazzola che in una “Domenica Sportiva” della primavera 1975, a proposito del Piacenza che dominava la serie C, disse che il Piacenza era la squadra che giocava il miglior calcio in Italia.


il Piacenza del 1974-75

Ancora una volta però la Serie B ci fu fatale: un solo anno e poi di nuovo in Serie C. Nonostante ciò, ed anche questa notizia fece le cronache nazionali, dopo l’ultima partita GB Fabbri venne portato in trionfo dai tifosi biancorossi! Eravamo retrocessi ma questo Piacenza aveva appassionato tutti e ci eravamo divertiti. Ci era mancato soltanto un attaccante di razza che facesse un po’ di gol. Iniziò un periodo di “vacche magre” in cui il Piacenza alternò campionati incolori con altri un po’ più interessanti, ma senza mai entusiasmare. Poi nel 1982-83 la squadra retrocede in serie C2.

Con il 1983 iniziò il periodo d’oro per il Piacenza Calcio grazie all’arrivo del presidente Leonardo Garilli, piacentino e industriale del metano, che porterà alla rinascita la società piacentina. Risale dalla Serie C2 dove era finito, per arrivare alla Serie B per due anni nelle stagioni 1987-88 e 1988-89, ritornare brevemente in serie C ed iniziare nel 1990-91 una straordinaria ascesa che lo portò a giocare per la prima volta in Serie A nel 1993-94 e a disputare un totale di 8 campionati di serie A e più di 10 in Serie B.


Cagni, Garilli e Marchetti

Ma non dimentichiamo che nel 1984-85 il Piacenza potrebbe già essere promosso in Serie B perché, arrivando 2° in campionato alla pari del Vicenza, si trova a giocare una gara di spareggio contro i veneti a Firenze. La gara è però stata “venduta” da qualche giocatore del Piacenza e così al Vicenza viene spianata la strada e se ne va in serie B.

Il 13 giugno 1993 il Piacenza vincendo a Cosenza, per la prima volta nella sua storia viene promosso in Serie A e ad attendere i biancorossi di ritorno da Cosenza in aereo dopo le 23 c’è uno stadio della Galleana pieno di tifosi in festa! L'esordio assoluto nella massima serie avviene il 29 agosto 1993 contro il Torino di Mondonico, che vince per 3-0 alla Galleana, mentre la prima vittoria arriva alla quinta giornata, per 2-1 sul Lecce. Nonostante le difficoltà iniziali, la squadra di Cagni cresce di settimana in settimana facendo della Galleana uno degli stadi più ostici di tutta la A: dopo il Torino solo la Lazio riuscirà a vincere a Piacenza. Di assoluto rilievo anche la partecipazione alla Coppa Italia, che vede la clamorosa eliminazione del plurititolato Milan, giustiziato da un contropiede di Giampietro Piovani.


il Piacenza del 1993-94

Il Piacenza di serie A è all'insegna dell'autarchia: la squadra è composta infatti da soli italiani, e così sarà fino alla stagione 2000-01. A fine marzo la salvezza sembra ormai a portata di mano, ma un momento di flessione e la rimonta della Reggiana rimettono tutto in discussione. Alla penultima giornata scende a Piacenza la Juventus: finisce 0-0, ma l'arbitro Stafoggia annulla due reti ai biancorossi (realizzate da Moretti e Iacobelli), mentre la Reggiana pareggia 1-1 con la Sampdoria in casa. Tutto è rimandato all'ultima giornata: i biancorossi sono costretti ad anticipare il venerdì perché il Parma il mercoledì successivo disputerà la finale di Coppa delle Coppe. Venerdì 29 aprile 1994 al Tardini di Parma finisce 0-0, con un altro gol assolutamente valido annullato a Ferrante, mentre il 1º maggio 1994 la Reggiana vince clamorosamente a San Siro contro un Milan imbottito di riserve e si salva ai danni del Piacenza. Ma il Piacenza trionfa nella serie B 1994-95 e torna prontamente in serie A. Il 15 giugno 1997 si vive uno dei momenti più emozionanti della storia del Piacenza: lo spareggio contro il Cagliari, disputato a Napoli, per rimanere in Serie A. Si ricorda un servizio televisivo della RAI del giorno prima della gara, servizio di presentazione della gara in cui si parlava solo del Cagliari favorito e dei suoi tifosi e del suo bravo allenatore. Del Piacenza non veniva fatto nemmeno il nome! E si ricordano i pullman di tifosi biancorossi scesi fino a Napoli per dar man forte alla squadra. Contro ogni pronostico (dei mass-media) e contro la tradizione (persi tutti gli spareggi giocati fino ad allora) il Piacenza vinse e condannò il ben più blasonato Cagliari alla Serie B. Ancora 3 stagioni in serie A e poi un’altra retrocessione seguita però da una fulminea nuova promozione in serie A. Nel 2001-02 salvezza raggiunta ed un giocatore bianco rosso, Dario Hubner, è il capocannoniere della Serie A con 24 reti, insieme allo juventino Trezeguet. Il 2002-03 è l’ultimo anno di serie A.


Dario Hubner

Inizia un periodo di 8 anni di serie B.
Nella stagione di serie B 2010-11 le difficoltà economiche si accentuano: la rosa viene costruita puntando su prestiti, giovani e svincolati. Si registrano diversi ritorni: Armando Madonna in panchina, Volpi e Cacia in campo. Un nuovo brutto avvio stagionale (2 punti in sette partite) viene gradatamente recuperato, ma un crollo di risultati in primavera porta la società biancorossa a disputare i playout contro l'Albinoleffe. Il doppio pareggio comporta la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione.

Dalla retrocessione in Prima Divisione al fallimento.In seguito alla delusione per la retrocessione e in polemica con i vertici federali per non aver sospeso i tornei malgrado lo sviluppo di indagini relative ad un giro illecito di scommesse, in cui risultano implicati numerosi giocatori biancorossi (e questa può essere una chiave di lettura della crisi di risultati del Piacenza nelle ultime gare), la proprietà del club emiliano ha manifestato l'intenzione di non voler iscrivere il Piacenza a nessun campionato per la stagione 2011-12, tuttavia il 29 giugno la dirigenza cambia idea ed il Piacenza dopo 20 anni torna a giocare nella terza serie che oggi si chiama Prima Divisione.

Il 28 ottobre, dopo una trattativa durata parecchi mesi, il Piacenza viene ceduto dal presidente Fabrizio Garilli ad una cordata rappresentata dall'avvocato Marco Gianfranceschi che acquista la squadra tramite la società "Italiana S.r.l.". La cordata è però un “bluff” e Fabrizio Garilli torna al vertice della società. Ma ormai i danni sono irreparabili ed il 22 marzo 2012 la società viene ufficialmente dichiarata fallita. Nella stagione sportiva la squadra perde i play-out con il Prato e retrocede in Lega Pro Seconda Divisione. Ventinove anni dopo l’avvento di Leonardo Garilli l'esperienza della famiglia Garilli alla presidenza del Piacenza si chiude ed il Piacenza si ritrova nella 4ª serie nazionale. Esattamente dove l’Ingegnere la trovò. Ma questo è secondario. Infatti il giorno 19 giugno 2012, in mancanza di acquirenti in sede di asta fallimentare, il Piacenza scompare definitivamente; viene rilevato all'asta solamente il marchio e il nome, da parte dell'associazione dei tifosi Salva Piace.


All'inizio di luglio il marchio del Piacenza viene affittato per 4 anni alla Lupa Piacenza (nuova denominazione della LibertaSpes), che alla fine della stagione è stata promossa dalla Promozione all'Eccellenza emiliano-romagnola.

Da ricordare che i gruppi organizzati della tifoseria piacentina erano situati storicamente nella Curva Nord dello stadio Galleana, a partire dal 1974: alcuni dei gruppi più famosi sono Sparuta Presenza, Legione Gotica, Commando Ultras, Nasty Boys Alseno, Brigata Farnese, Ragazzi dell'Infrangibile e i Fedelissimi Piacenza. A partire dal 2001 il tifo organizzato facente riferimento alla curva viene progressivamente decimato da diffide, che portano alla disgregazione di molti gruppi organizzati. Contestualmente si verifica un brusco calo di presenze allo stadio, che avevano toccato un massimo di 14.658 spettatori di media nel campionato di serie A 1993-94, il primo disputato dalla squadra emiliana nella massima serie. Nella stagione 2002-03 la media scende sotto i diecimila spettatori a partita, fino a raggiungere un minimo di 2715 spettatori nel campionato 2010-11.

La tifoseria piacentina è gemellata con quella del Pergocrema, che ha militato nell'ultima stagione nel campionato di Prima Divisione; tale gemellaggio è nato a causa della comune inimicizia verso la Cremonese. Esiste anche una forma di amicizia con i tifosi del Treviso, squadra iscritta al campionato di Seconda Divisione, e del Sassuolo. In passato esisteva un gemellaggio con la tifoseria juventina, rotto all’inizio degli anni Duemila. La rivalità più accesa e storica è riservata proprio alla Cremonese, con il quale si disputa il cosiddetto Derby del Po. Altre rivalità sono rappresentate dalla Reggiana e dal Vicenza, a causa dei fatti legati allo spareggio-promozione del 1985 ed al gemellaggio tra le tifoserie delle ultime tre squadre citate; in forma più blanda le rivalità con Pavia, Mantova e Parma contro cui si disputa il cosiddetto Derby del Ducato. Ci sono stati occasionali motivi di scontro anche con le tifoserie di Brescia, Milan (a causa del controverso epilogo del campionato 1993-94 e Torino.

A seguito della scomparsa del Piacenza avvenuta nell'estate 2012, la tifoseria si spacca tra chi decide di seguire la Lupa Piacenza, a cui viene concesso il marchio della società fallita, e chi decide di non supportare questa realtà calcistica, non considerandola erede della plurinovantennale storia del club. Per chi voglia saperne di più sui campionati, su tutte le gare disputate, sui singoli giocatori, sugli allenatori, sui presidenti e su mille piccole curiosità relative alla nostra più gloriosa società di calcio c'è un sito che è on-line dall'inizio del 2009 che fa un quadro completo della sua storia e che risponderà a tutte le vostre domande.
Massimo Farina, www.storiapiacenza1919.it

Invitiamo tutti a dare il proprio contributo inviando informazioni, fotografie, aneddoti o altre curiosità. Vogliamo arricchire le nostre pagine per offrire ai visitatori un facile sito dove poter reperire informazioni. Grazie a tutti.



il roccioso difensore Luigi Vetere in azione


plastico del 1967 dello stadio Galleana


tessera tribuna stampa 1967-68