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il borgo di Vigoleno

Il borgo di Vigoleno, situato a 357 metri sul livello del mare, si trova alle porte del Parco regionale fluviale dello Stirone, a cavallo del crinale che domina le valli del torrente Stirone e del torrente Ongina. Il territorio comunale si allunga per circa quindici chilometri lungo il corso del torrente Stirone, al confine tra le province di Parma e Piacenza, esteso per circa 2.400 ettari fino alle porte di Fidenza e della Via Emilia. Il territorio collinare è punteggiato da macchie di bosco ceduo (roverella, cerro, carpino nero), mentre verso valle si avvicendano boschetti golenali di pioppi bianchi e querce, e in pianura il paesaggio naturale si arricchisce di roveri, noccioli, salici, sambuco e biancospino. Oltre al grande interesse per l’habitat naturale e per la numerosa avifauna che lo popola (circa 40 specie diverse di uccelli), il Parco fluviale dello Stirone riveste una singolare importanza dal punto di vista paleontologico, infatti, lo straordinario “canyon” formato dal torrente risulta composto da stratificazioni argillose ricche di fossili marini: costituisce pertanto una sorta di museo all’aperto, con sentieri segnalati e aree attrezzate, che documenta il passaggio dall’era terziaria al Quaternario (circa due milioni e mezzo di anni fa), quando il mare ricopriva la zona.


veduta di fine ‘800

Il paese è un evocativo, silenzioso borgo medioevale raccolto attorno al castello e all’antica chiesa. La fondazione della fortezza originaria risale probabilmente al X secolo, ma le prime testimonianze storiche risalgono al 1141, quando era un avamposto del comune di Piacenza sulla strada verso i territori parmensi. Attorno al Duecento entrò nei possedimenti della famiglia guelfa degli Scotti, in conflitto con Piacenza, dominata allora da fazioni ghibelline che attaccarono e distrussero il castello nel XIV secolo. Fu lo stesso Comune di Piacenza a ricostruirlo e a tenerlo fino alla fine del secolo, quando fu nuovamente distrutto. La terza edificazione, nel XV secolo, diede al castello l’aspetto attuale e fu opera degli stessi Scotti, rientrati in possesso del fortilizio nel 1389 grazie ai Visconti, i quali diedero al luogo anche il rango di contea. Il borgo fortificato di Vigoleno è uno dei monumenti storici più importanti della provincia di Piacenza per l’eccezionale integrità dell’intero impianto castrense, che mostra anche influenze toscane, forse dovute all’impiego di maestranze provenienti dalla Lunigiana. L’intero borgo è racchiuso dalle possenti e integre mura merlate, percorse interamente da un camminamento di ronda dal quale si gode un’ampia veduta sulla Val Stirone. L’unico accesso al borgo, in corrispondenza del mastio, è preceduto da un rivellino, una fortificazione di forma allungata che serviva a proteggere la porta vera e propria e a facilitare le sortite. La struttura urbana è invece dominata dal mastio quadrangolare, dotato di feritoie, beccatelli e merli ghibellini.


madonna delle grazie detta anche del latte

Oltrepassate le fortificazioni si accede alla piazza, sulla quale prospetta l’Oratorio della Madonna delle Grazie, detto anche Madonna del Latte perché vi è conservato un dipinto che rappresenta la Vergine nell’atto di allattare; il tempio era forse la cappella privata degli Scotti e si trova di fianco all’antico hospitale del borgo. Accanto alle mura orientali si trova la romanica Pieve di San Giorgio, che risale al XII secolo e fu tributaria della pieve di Castell’Arquato fino al 1346, anno in cui divenne autonoma; nel Cinquecento fu elevata al rango di Collegiata. Rimaneggiata nel XVII secolo, la pieve è stata riportata alle linee originali nel 1963. La facciata a tre salienti ha un pregevole portale a forte strombatura su telamoni inginocchiati, sormontato dalla preziosa lunetta in arenaria, un San Giorgio che uccide il drago riconducibile alla scuola di Benedetto Antelami (1150-1230 ca.). Il campanile quadrato è alleggerito da bifore. L’interno della pieve è in pietra, a pianta basilicale, ha tre navate divise da massicce colonne con capitelli istoriati a motivi floreali ed antropomorfi, a tre absidi (quella centrale è coronata da galleria). Sulla parete di sinistra si notano gli affreschi raffiguranti la Cocifissione e i SS. Cosma e Damiano. Sulla parete di fondo c’è un quattrocentesco affresco che riproduce San Giorgio che uccide il drago. Nel catino absidale un altro affresco: Incoronazione della Vergine.


uve messe sui graticci ad appassire

Nei pressi del borgo di Vigoleno esistono grotte scavate dalle acque, ma non sono accessibili al pubblico. Ma Vigoleno è celebre anche per il suo pregiatoVin Santo, che prende nome dal periodo in cui anticamente si pigiava l’uva: la Settimana Santa. Le aromatiche uve bianche, autoctone e non, di cui è composto sono: Santa Maria, Melara, Bervedino, Coda di Volpe, Marsanne, Ortrugo, Sauvignon. Queste uve sono lasciate appassire su graticci fino a gennaio/febbraio; dopo la pigiatura, il vino è invecchiato in botte per almeno cinque anni. Il colore deve essere ambrato, la gradazione non inferiore ai 18 gradi. (di Roberto Contesini 2013).