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Porta Galera

racconti di un popoloso quartiere piacentino


Il quartiere di Porta Galera costituisce un insieme di vie nella zona centrale e nevralgica della città di Piacenza. E’ uno dei quartieri più popolosi e densamente abitati della città con potenzialità straordinarie dovute alla presenza di giardini, scuole, attività commerciali in una dimensione multiculturale."..Alcuni storici ritengono che uno dei significati derivi da una piccola fortezza medievale con annessa torre prigione dove venivano rinchiusi i ladroni, situata nella odierna via Scalabrini, all'altezza del liceo artistico si possono ammirare ancora alcuni resti della torre dei ladroni custoditi dietro a una grata"..

Con queste mie parole voglio rendere omaggio ad una zona di Piacenza "di tanti anni fa". Prima però, desidero ringraziare due personaggi, PiacenzAntica, che mostrandoci le sue foto ci invita a ritornare con il pensiero in certi vicoli o piazze ormai quasi irriconoscibili e il giornalista Giuseppe Romagnoli, il quale, narrando le sue storie ci fa rivivere la quotidianetà dei soggetti che frequentavano questo quartiere.


antica osteria del bambèin

Sto parlando di Porta Galera, una zona di 400 metri di lunghezza per 100/150 metri di larghezza, per un totale di circa 40/50mila mq. In questo fazzoletto di terra era concentrato tutto il cuore pulsante ed il cervello pensante dell'imprenditoria artigianale e la mano d'opera di quasi tutta la città di Piacenza. Vuoi perchè lambiva la Stazione ferroviaria, lo scalo merci ferroviario, dove tutto ciò che viaggiava su rotaie veniva li scaricato, il Mercato coperto fonte di lavoro per tanti scaricatori di casse di frutta e verdura che arrivava da ogni parte d'Italia, non meno importanti i tanti palazzi le case popolari di via Capra (canton dil Stall), quelle Incis di piazzale Lupa (case per dipendenti dello stato), quelle di viale dei Patrioti e di via Cristoforo Colombo davanti al Consorzio Agrario! Dicevo in questi pochi mq vi erano decine di negozi di ogni sorta, panettieri, drogherie, parrucchieri, bar, negozi di biciclette (lucchini, ferrari), pasticcerie (rizzi, botti e piccoli, ecc), la cooperativa dove tante mogli e madri di famiglia andavano ad acquistare il minimo necessario per il sostentamento della famiglia (la famosa murtadela, la saracca, ecc) facendo poi segnare sul grande quaderno che il gestore teneva ben nascosto per non rendere pubblica la cosa. Un debito che poi alla fine del mese se tutto andava bene il marito passava a saldare il conto. Il lattaio e la panetteria (i gambini, paraboschi ecc) anche loro avevano il famoso quaderno. Posso dire che questo sistema era in uso in quasi tutti i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Di speciale questi negozi avevano che molti erano adibiti anche ad abitazione dei conduttori, per cui si respirava un'aria familiare ed era imbottita dai profumi della loro cucina.. Dalla fine della II° guerra mondiale fino ai primi anni 60 la fame era tanta, ma la fiducia che i loro figli potessero migliorare il loro stile di vita era tanto alta da renderli incuranti dei loro sacrifici. Le feste di zona si svolgevano nei cortili delle case popolari oppure sulla piazzetta Barattieri di fianco al negozio di ferramenta del Resmini. Questa zona era abitata da tanti lavoratori, ma in particolare nel palazzo di via Pozzo da diverse famiglie benestanti di grandi imprenditori (gli scardi), poi vi era anche il palazzo dove abitavano tanti insegnanti della scuola elementare Alberoni.


complesso della scuola alberoni

La grande scuola dove tanti di noi hanno ricevuto i primi insegnamenti, dove vi era un grande salone munito di proiettore per la visione dei films, la palestra.., ma soprattutto di fronte alla scuola il grande giardino Margherita, fonte di giochi e sfogo per tantissimi di noi. Al centro vi era il cinema estivo "il Giardino"dove con i nonni e muniti di un sacchettino di briciole di paste comprate alla pasticceria di via Alberoni si assisteva con dolcezza alla proiezione del film. Il baracchino della Ida (sorella del famoso pittore Bot), per noi ragazzi era una cuccagna dove poter gustare una granatina, tante volte la Ida ci mandava via perchè facevamo troppo casino. Tutti questi ricordi per dire ai cari piacentini, in particolar modo a voi giovani, che pur potendo andare sulla luna non bisogna dimenticare il valore delle persone, delle cose e dei rapporti con i concittadini.. Non bisogna essere insensibili e ricordarsi di avere dei buoni rapporti con tutti in particolare con i vicini del caseggiato e del quartiere. Per convalidare la mia analisi del peggioramento dei rapporti umani, ad esempio, lo si evidenzia quando in giro per spese al supermercato non si considera il lavoro del commesso del negozio e a volte si acquista solo in modo compulsivo.


giardino pubblico e monumento garibaldi

Ragazzi di oggi vi invito a non correre alla ricerca dell'impossibile, godete di ciò che avete perchè sicuramente è fonte di sacrificio per colui che l'ha prodotto. A questo quartiere dico;"Grazie Porta Galera, sono Fiero di essere nato e vissuto in questa Atmosfera Carica d'Umanità". Uno dei tanti ragazzi che questo quartiere ha visto crescere e che non dimenticherà gli insegnamenti ricevuti. (mauro dameli).


rione di porta galera