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Aldo Ambrogio


padre ante litteram del marketing territoriale

Primo direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo, si attivò per promuovere
e valorizzare i borghi medievali e le bellezze del nostro territorio. Fu anche
autore di guide turistiche, romanzi, testi teatrali e commedie dialettali.

Tra le numerose voci che danno vita al Prodotto Interno lordo piacentino, risulta in crescita costante, già da qualche anno, quella relativa al turismo. Il nostro territorio, del resto, può vantare affascinanti tesori artistici, antiche bellezze architettoniche, suggestivi scenari naturalistici e un’ampia gamma di prodotti enogastronomici griffati D.O.C. e D.O.P. Quando alle nostre latitudini si parla di turismo, tuttavia, ci si dimentica che le basi di quello che oggi viene chiamato “marketing territoriale”, furono gettate tra gli anni ’40 e ’60 del secolo scorso da un nostro illustre e benemerito concittadino troppo spesso, e ingiustamente, dimenticato: Aldo Ambrogio. Questo nome, probabilmente, risulterà famigliare soltanto ai nostri conterranei che hanno già i capelli bianchi, e a quelli che abitano nell’estensione più recente del quartiere di San Lazzaro, dove alcuni anni fa il Comune ha voluto intitolare una via proprio a questo benemerito del turismo piacentino. Nato nella nostra città nel 1890, Aldo Ambrogio divenne, già in giovane età, un vero e proprio punto di riferimento del mondo associazionistico e della vita culturale piacentina: dopo essersi diplomato in Ragioneria al “Romagnosi”, iniziò subito a collaborare con giornali e riviste del tempo occupandosi di spettacoli, arte, folclore e turismo,e dirigendone alcune come (Placentia floret). Fu fondatore e Presidente dell’Associazione studenti piacentini, Segretario della Lega Navale Italiana, Segretario dei Giovani esploratori italiani, Segretario della Fabbriceria di Santa Maria di Campagna, Segretario e Presidente della Filodrammatica Piacentina, Presidente della sezione piacentina del Cai, Console del Touring Club Italiano, Ispettore onorario ai monumenti e alle antichità, membro del Comitato Studi Preistorici, ma fu anche tra i fondatori, con incarichi dirigenziali,dell’Associazione Amici dell’Arte e della Famiglia Piasinteina. Dopo aver lavorato per quasi vent’anni, in qualità di Segretario di direzione, alla Banca Popolare Piacentina –che, come noto, aveva sede a Palazzo Galli– Ambrogio divenne, dalla metà degli anni ’30, il vero deus ex machina della promozione turistica piacentina.


panoramica di piacenza 1940 dis. aldo ambrogio

Nel 1936 fu infatti nominato direttore del neonato Ente Provinciale per il Turismo che resse fino al 1960, anno del suo pensionamento. In questa veste, dal suo piccolo ufficio che a quel tempo aveva sede al civico 46 di via Cavour, (e potendo contare soltanto sulla collaborazione di una giovane segretaria), Aldo Ambrogio diede sfogo alla sua ricca immaginazione, alla sua intraprendenza e alle sue capacità relazionali per portare turisti nella nostra provincia e per far conoscere e valorizzare le bellezze ed i tesori del nostro territorio. Intuendone le potenzialità attrattive, Ambrogio si attivò soprattutto per far partire, non senza difficoltà, i restauri del centro archeologico di Veleja. Ma il suo impegno fu indirizzato anche al rilancio di altre località del nostro territorio come Castell’Arquato, Grazzano Visconti, Chiaravalle della Colomba, Bobbio, il Penice, a promuovere la conoscenza di alcuni castelli piacentini senza dimenticare le numerose iniziative organizzate direttamente in città. Cortei storici, caroselli in costume, spettacoli, concerti, mostre, convegndi studi, percorsi turistici e gastronomici; il tutto, impreziosito da numerose pubblicazioni scritte ed illustrate dallo stesso Ambrogio e dedicate, appunto, alla storia, al folclore e alle bellezze paesaggistiche e monumentali del nostro territorio (fu anche autore, tra l’altro, di testi teatrali, di alcuni romanzi e di commedie dialettali).

“Aldo Ambrogio –mi confidò l’amico Enio Concarotti pochi mesi prima della sua scomparsa– era un uomo che sapeva vedere lontano, che aveva la volontà di impegnarsi e il coraggio di andare anche controcorrente per il bene di Piacenza e per il grande amore che nutriva perla sua terra d’origine. Il suo incarico di direttore all’Ente Turismo è stato un raro esempio di incarico pubblico affidato all’uomo giusto, dotato di vere e specifiche competenze”.


grazzano visconti dis. di aldo ambrogio

Piacenza e i piacentini, a parte quella strada in periferia che da qualche anno porta il suo nome, sembrano essersi dimenticati di Aldo Ambrogio, ma questa lacuna verrà presto colmata dalla nostra Banca che lo ricorderà prossimamente con un evento in suo onore. (R. G. per bancaflash).