il Gruppo del Nanero
“Avanguardia Piacentina del Trash”
Siamo negli anni 70 a ridosso del quartiere Ciano, in via Cantarana, un gruppo di ragazzi creativi si ritrovano nella corte della ditta radio laboratori Benedetti, (padre di Napoleone uno dei tre ragazzi) importatore per Piacenza degli apparecchi Grundig, per cercare materiale povero e utile alla realizzazione di opere fantastiche. I tre amici, (Napoleone Benedetti, Nello Vegezzi e Rolando Bolzoni), amavano dare vita agli abbondanti oggetti di scarto che trovavano nel cortile del Benedetti dove il loro sviluppato estro creativo si realizzava. Da qui ebbe origine il gruppo denominato del “NANERO” dal nome delle iniziali dei tre amici. Napoleone, che frequentava lo studio di Romano Tagliaferri nell’Altana di piazza Duomo, conobbe Rolando. Questi vestiva sempre con una gimarra da lavoro e tagliava gli scarti di lamiera con una cesoia fissata alla ringhiera dell’Altana. Rolando recuperava cestelli di lavatrice, scarti inox dalle officine meccaniche e tornerie per poi dare sfogo alla fantasia creando opere con il materiale “povero” scartato.
i tre nel Nanero, Napoleone Benedetti-Nello Vegezzi-Rolando Bolzoni
Il cortile era una fonte di ricerca ed ogni oggetto prendeva forma nella loro immaginazione, in questo luogo si poteva trovare di tutto. Dopo il boom economico degli anni 60 il benessere iniziava a provocare i primi rigetti del consumismo, infatti le famiglie continuavano a sostituire, e non a riparare, ogni genere di merce ed in particolare elettrodomestici di vario genere, fonte di approvvigionamento dei tre del Nanero. Quante volte provavano e riprovavano ad assemblare oggetti di scarto finchè non prendeva una forma a loro congeniale, da allora iniziò il periodo detto dei Fantastici Guerrieri del Nanero. L’istinto creativo dei tre amici si realizzava nel cortile del Benedetti, dove gli scarti prendevano forma e nuova vita. Nel cortile del Nanero si trovavano a loro agio, si sentivano coccolati, quel luogo era un posto magico.. Il Nanero era un ritrovo per tanti, si poteva trovare quello che il loro estro artistico cercava, era un punto di ritrovo per molti artisti. Nel cortile c’era, è c’è di tutto, sedie, rubinetti, vecchie radio a valvole e molta, molta fantasia. Napoleone Benedetti, che e’ stato il fondatore del Nanero, con commozione ed entusiasmo ricorda i suoi amici di allora, che hanno lasciato un profondo tratto nel suo animo di artista. Quelli del Nanero mettevano “l’essere” nell’arte, nel creare creature frutto delle loro fantasie, Attorno ai protagonisti del Nanero e della storia del Trash piacentino ruotava tutto un insieme di personaggi; dal Cinello, da Romano Tagliaferri, Tino Maestroni, Luigi Martino ed altri.. per tutti si apre una nuova prospettiva, “la filosofia dello scarto”: dare nuova vita ad oggetti ormai considerati inutili. Quelli del Nanero volevano dare l’opportunità, ad ogni oggetto “scartato”, di ritornare utile, di vivere ancora.. L’arte è un gesto d’amore: Napoleone ha vissuto la civiltà contadina con i nonni durante il periodo bellico del 1938-45 , dopo la morte del nonno avvenuta nel 1956, la vena artistica si manifestò: I vecchi attrezzi del nonno ritrovati in una cassa nel solaio diventarono sculture poi messe in mostra dalla Cassa di Risparmio. Dopo varie esperienze lavorative nel commercio, nell’artigianato ed in marina, con frammenti di periodi artistici e di volontariato, Napoleone ebbe una feconda attività artistica negli anni del Nanero, per poi sfociare negli anni 80 con il trash utilizzando scarti di rubinetteria.
Tutto nasce dalla richiesta di sua madre che gli aveva chiesto una lampada con porta biro come supporto; Napoleone rovistando tra gli scarti realizza una prima lampada, poi un’altra.., alla ventesima finalmente il manufatto era perfetto , infatti quella lampada rispondeva in pieno alla sua richiesta. Oltre 200 pezzi fra sculture, design, lampade, furono ospitati in diverse mostre, inoltre venne ospitato in Rai da Licia Colò a Geo e Geo come artista del trash che recupera e crea opere con scarti di rubinetterie. Ricordi di viaggi lontani, uccelli e altri animali si ripropongono nelle sue opere con la stessa analogia degli amici Nello e Rolando. Nello veniva spesso nel laboratorio del Nap, una volta era intento a scaldarsi vicino ad una stufa ricavata da un vecchio scaldabagno alimentato con scarti di vecchia mobilia, d’improvviso tirò fuori dalla stufa un pezzo di mobile quasi del tutto bruciacchiato asserendo di vedere il becco di un uccello in quel pezzo di legno combusto, infatti dopo qualche giorno ritornò con una “scultura”; era proprio quel legno recuperato dalla stufa.. questo episodio dette il via alla realizzazione dei “Legni Combusti” che vennero esposti alla prima mostra tenutasi nel 1980 al Palazzo Gotico. Il negozio di Benedetti di via Garibaldi 93 si trovava di fronte a quello di Singarella, Antiquario e Pittore, quello fu un periodo fecondo di collaborazione nel campo dell’antiquariato e della pittura, infatti insieme sperimentavano nuove tecniche, soprattutto con l’utilizzo del truciolato. Il Nap frequentava anche l’altana, studio in via Illica, di Luigi Martino suo maestro alle elementari del Giordani, i due frequentavano anche la bottega del prof. Brighenti a Castell’Arquato per esercitare l’arte dell’incisione su rame, “acquaforte”. Per ogni vecchio scarto l’idea era quella di non alterarne la sua origine, non veniva modificato, il suo uso doveva rimanere integro nel suo insieme, questo era un atteggiamento tramandato dalla filosofia contadina di una volta. I Guerrieri si inseriscono nella tematica detta del “Riciclo”, essenziale per i tre del Nanero, infatti ognuno con le loro diverse fantasie creavano i Guerrieri portando avanti il recupero degli scarti. Si assemblavano e si dava nuova vita agli oggetti fatti con materiali ormai non utili alla società, tutto tornava a vivere sotto una nuova luce, ma con forme nuove. Ancora oggi, in via Cantarana esiste il cortile del Benedetti detto del Nanero, ci si trova di tutto e con molta fantasia si possono rivedere delle opere fantastiche frutto della vena artistica di tre Amici..(si ringrazia il NAP per la collaborazione data).
i tre nel Nanero, Napoleone Benedetti-Nello Vegezzi-Rolando Bolzoni
Il cortile era una fonte di ricerca ed ogni oggetto prendeva forma nella loro immaginazione, in questo luogo si poteva trovare di tutto. Dopo il boom economico degli anni 60 il benessere iniziava a provocare i primi rigetti del consumismo, infatti le famiglie continuavano a sostituire, e non a riparare, ogni genere di merce ed in particolare elettrodomestici di vario genere, fonte di approvvigionamento dei tre del Nanero. Quante volte provavano e riprovavano ad assemblare oggetti di scarto finchè non prendeva una forma a loro congeniale, da allora iniziò il periodo detto dei Fantastici Guerrieri del Nanero. L’istinto creativo dei tre amici si realizzava nel cortile del Benedetti, dove gli scarti prendevano forma e nuova vita. Nel cortile del Nanero si trovavano a loro agio, si sentivano coccolati, quel luogo era un posto magico.. Il Nanero era un ritrovo per tanti, si poteva trovare quello che il loro estro artistico cercava, era un punto di ritrovo per molti artisti. Nel cortile c’era, è c’è di tutto, sedie, rubinetti, vecchie radio a valvole e molta, molta fantasia. Napoleone Benedetti, che e’ stato il fondatore del Nanero, con commozione ed entusiasmo ricorda i suoi amici di allora, che hanno lasciato un profondo tratto nel suo animo di artista. Quelli del Nanero mettevano “l’essere” nell’arte, nel creare creature frutto delle loro fantasie, Attorno ai protagonisti del Nanero e della storia del Trash piacentino ruotava tutto un insieme di personaggi; dal Cinello, da Romano Tagliaferri, Tino Maestroni, Luigi Martino ed altri.. per tutti si apre una nuova prospettiva, “la filosofia dello scarto”: dare nuova vita ad oggetti ormai considerati inutili. Quelli del Nanero volevano dare l’opportunità, ad ogni oggetto “scartato”, di ritornare utile, di vivere ancora.. L’arte è un gesto d’amore: Napoleone ha vissuto la civiltà contadina con i nonni durante il periodo bellico del 1938-45 , dopo la morte del nonno avvenuta nel 1956, la vena artistica si manifestò: I vecchi attrezzi del nonno ritrovati in una cassa nel solaio diventarono sculture poi messe in mostra dalla Cassa di Risparmio. Dopo varie esperienze lavorative nel commercio, nell’artigianato ed in marina, con frammenti di periodi artistici e di volontariato, Napoleone ebbe una feconda attività artistica negli anni del Nanero, per poi sfociare negli anni 80 con il trash utilizzando scarti di rubinetteria.
Tutto nasce dalla richiesta di sua madre che gli aveva chiesto una lampada con porta biro come supporto; Napoleone rovistando tra gli scarti realizza una prima lampada, poi un’altra.., alla ventesima finalmente il manufatto era perfetto , infatti quella lampada rispondeva in pieno alla sua richiesta. Oltre 200 pezzi fra sculture, design, lampade, furono ospitati in diverse mostre, inoltre venne ospitato in Rai da Licia Colò a Geo e Geo come artista del trash che recupera e crea opere con scarti di rubinetterie. Ricordi di viaggi lontani, uccelli e altri animali si ripropongono nelle sue opere con la stessa analogia degli amici Nello e Rolando. Nello veniva spesso nel laboratorio del Nap, una volta era intento a scaldarsi vicino ad una stufa ricavata da un vecchio scaldabagno alimentato con scarti di vecchia mobilia, d’improvviso tirò fuori dalla stufa un pezzo di mobile quasi del tutto bruciacchiato asserendo di vedere il becco di un uccello in quel pezzo di legno combusto, infatti dopo qualche giorno ritornò con una “scultura”; era proprio quel legno recuperato dalla stufa.. questo episodio dette il via alla realizzazione dei “Legni Combusti” che vennero esposti alla prima mostra tenutasi nel 1980 al Palazzo Gotico. Il negozio di Benedetti di via Garibaldi 93 si trovava di fronte a quello di Singarella, Antiquario e Pittore, quello fu un periodo fecondo di collaborazione nel campo dell’antiquariato e della pittura, infatti insieme sperimentavano nuove tecniche, soprattutto con l’utilizzo del truciolato. Il Nap frequentava anche l’altana, studio in via Illica, di Luigi Martino suo maestro alle elementari del Giordani, i due frequentavano anche la bottega del prof. Brighenti a Castell’Arquato per esercitare l’arte dell’incisione su rame, “acquaforte”. Per ogni vecchio scarto l’idea era quella di non alterarne la sua origine, non veniva modificato, il suo uso doveva rimanere integro nel suo insieme, questo era un atteggiamento tramandato dalla filosofia contadina di una volta. I Guerrieri si inseriscono nella tematica detta del “Riciclo”, essenziale per i tre del Nanero, infatti ognuno con le loro diverse fantasie creavano i Guerrieri portando avanti il recupero degli scarti. Si assemblavano e si dava nuova vita agli oggetti fatti con materiali ormai non utili alla società, tutto tornava a vivere sotto una nuova luce, ma con forme nuove. Ancora oggi, in via Cantarana esiste il cortile del Benedetti detto del Nanero, ci si trova di tutto e con molta fantasia si possono rivedere delle opere fantastiche frutto della vena artistica di tre Amici..(si ringrazia il NAP per la collaborazione data).
i Guerrieri del Nanero, Avanguardia Piacentina del Trash
“Napoleone Benedetti-Nello Vegezzi-Rolando Bolzoni”
Nota; in questi giorni è stata inaugurata una mostra dedicata agli "Amici del Nanero" presso la galleria Rosso Tiziano di Piacenza. Tra le sculture esposte si possono notare 17 opere di Rolando Bolzoni provenienti da collezioni private. Di Napoleone Benedetti sono esposte le "Idrolampade", alcune decorate da Letizia Franzini, e le sue sculture che ci portano nel mondo fantastico degli uccelli. Inoltre sono esposte circa 40 opere eseguite a quattro mani da Nello e Nap, (Nello Vegezzi e il Benedetti), che con creatività e stili diversi ridavano vita agli scarti dell'era moderna.
una veduta della mostra