penna

Luigi Mossi – viticoltore


Luigi Mossi nacque in settembre, proprio durante la vendemmia del 1936. Suo padre morì di setticemia quando Luigi aveva soltanto un anno: venne cresciuto da molte donne: la mamma, la nonna, le zie, le sorelle e le domestiche, ma anche dal nonno materno e dallo zio, che si prese cura di sua sorella dopo la morte del marito. Luigi passò l’infanzia diviso tra la casa di città, a Piacenza, e Albareto, da lui sempre definito come “il posto più bello del mondo”. Fin da bambino amava la campagna, la natura e la terra: durante la Seconda Guerra Mondiale la famiglia si trasferì ad Albareto, a Ca’ del Morino, sede della Cantina Mossi, per sfuggire ai bombardamenti sulla città di Piacenza.


Albareto Piacentino le vigne di Mossi 1558

Come dimostra il primo Estimo Rurale Farnese, la famiglia Mossi viveva ad Albareto già dal 1558, dove coltivava già i campi, possedeva bestiame e produceva uva e vino. Ca’ del Morino venne acquistata dal trisnonno di Luigi: la parte più antica dell’edificio risale al 15° secolo. Il nome di questa località ha una storia curiosa: si dice che, molti secoli fa, un gruppo di Mori si fosse stabilito in Val Tidone, come testimoniato da altri toponimi, per esempio Corano e La Moretta.

Fin da giovane Luigi ereditò la passione per il vino – si diceva che suo nonno Fabio avrebbe piantato viti dappertutto e, a soli 17 anni, iniziò ad occuparsi dell’azienda agricola, interrompendo gli studi da geometra a causa della malattia dello zio. Nel corso del tempo l’azienda Mossi non si occupò soltanto di uva e vino, ma anche di uva da tavola, pomodoro, grano, bestiame, mucche da latte.. Era una vera e propria azienda agricola a tutto tondo, le cui memorie vengono custodite nel Museo Contadino, voluto da Luigi nella Solana, che un tempo veniva utilizzata come stanza da appassimento. Ci sono utensili da cucina, finimenti per i buoi, macchinari per cardare la lana, damigiane, attrezzature enologiche e tantissimi altri attrezzi. C’è anche un baule pieno di foto, carteggi, libri mastri di inizio Novecento, tutti conservati con cura dal Signor Mossi, che potremmo definire come un gentiluomo d’altri tempi, con una visione imprenditoriale e a tratti visionaria della viticoltura. Fu il primo a vinificare l’Ortrugo in purezza, quando tutti lo consideravano un’uva di qualità inferiore, adatta soltanto a tagliare la Malvasia di Candia Aromatica. Esportava all’estero, addirittura in Canada e Stati Uniti, quando ancora non c’era la necessità impellente dell’internazionalizzazione e le vendite erano concentrate a livello locale. Ha sempre creduto nella ricerca, collaborando con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e, in particolare, con il Professor Fregoni, che si prese cura del vigneto sperimentale e della Malvasia Rosa.


Luigi Mossi in cantina - Malvasia Rosa

Questo vitigno è veramente un dono della natura, che l’uomo ha saputo cogliere. Nacque nel 1967, in Val Nure, dove un viticoltore trovò un grappolo rosa su una vite di Malvasia di Candia Aromatica, uva a bacca bianca. Avrebbe potuto raccoglierlo e dimenticarsene, e invece chiamò il Professor Fregoni, docente della facoltà di viticoltura ed enologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Lui comprese immediatamente che si trattava di una retromutazione gemmaria, ovvero di una rarissima mutazione genetica spontanea di quella vite, che si impegnò a studiare e replicare, per stabilizzarne il colore. Ci mise più di vent’anni e, all’inizio degli anni ’90, riuscì finalmente ad iscrivere la Malvasia Rosa nel registro ampelografico nazionale, l’elenco di tutte le uve da vino censite nel territorio italiano. Da allora, soltanto tre cantine al mondo, tutte in provincia di Piacenza, hanno deciso di adottare quest’uva e produrne vino.

Nel 2014, la sua grande cultura aziendale e la passione per il proprio lavoro hanno spinto Luigi a lasciare alla famiglia Profumo la conduzione della Cantina, dopo ben 14 generazioni di proprietà della famiglia Mossi. Luigi ha aiutato Marco e Silvia nella gestione dell’azienda per due anni, dando consigli ed insegnando loro i suoi segreti. È sposato con Rosa Pelizzari, con cui ha due figlie, entrambe con tre figli ciascuna. Le memorie del Signor Mossi sono racchiuse nel libro (“Intrecci di Vite”), acquistabile online oppure presso la Cantina Mossi in località Albareto, 80. 29010 Ziano Piacentino.


Silvia Mandini e Marco Profumo - Mossi 1558

Oggi l’azienda è gestita da Silvia Mandini e Marco Profumo, innamorati del paesaggio collinare, delle vigne ondulate sui crinali della val Tidone. L’azienda si compone di diverse vigne, o cru come dicono i francesi, poste fra 250 e 300 m di altitudine, in località Albareto, Costola, Maiolo e Vicobarone, ben esposte su terreni ideali e diverse tra loro. Produce anche alcune etichette della tradizione antica piacentina; un altro vino, in particolare che è stato nel tempo valorizzato dall’amico Gigi, è l’etichetta Contro Tempo, ottenuto dall’Ortrugo in versione spumantizzata, grande orgoglio di Luigi, cavaliere dell’Ortrugo e dell’azienda.

Mossi 1558 è un’azienda all’avanguardia, in grado di unire le ultime tecnologie alle vinificazioni tradizionali in botti di legno, contenitori in ceramica e cemento. Una delle promesse della nuova gestione è la valorizzazione dei vitigni tradizionali del territorio con un occhio di riguardo all’innovazione e alla qualità. La valorizzazione del patrimonio aziendale, composto da vigne così diverse l’una dall’altra, permette una gamma aperta e ampia su tutte le tipologie di vino piacentino dai frizzanti ai fermi, dagli spumanti ai passiti. Questo definisce il marchio aziendale, con una varietà di offerta pronta a soddisfare le esigenze e le domande di tutti i clienti.