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la Rocca d’Olgisio


Il castello di Rocca d’Olgisio dista circa sei chilometri da Pianello Val Tidone. Si tratta sicuramente della più pittoresca e singolare fortificazione del piacentino, che s’innalza su uno sperone roccioso che domina la valle. Ha una storia lunga e travagliata. Vi si svolsero diversi fatti d’arme, con molti assedi; pare che non fosse mai stato espugnato in battaglia, ma solo per tradimenti di qualche castellano. Poteva resistere anche dieci anni, tali erano le scorte di viveri che poteva contenere. I primi documenti certi risalgono al 1073, quando il castello apparteneva alla cattedrale di Piacenza. Dopo il 1296 subì numerosi passaggi di proprietà e conseguenti modifiche ed ampliamenti del suo assetto spaziale, con aggiunte di cinte e bastioni difensivi, di corpi di fabbrica e edifici. Tali ampliamenti e variazioni di consistenza edilizia dipendevano prevalentemente dalla necessità di contrastare efficacemente i progressi dell’arte militare, specialmente dopo l’adozione delle armi da fuoco, ma anche dal desiderio d’ostentazione e di distinzione dei vari feudatari che si sono succeduti come proprietari. Il decadimento del complesso iniziò nel 1700, quando venne meno la funzione militare dei castelli. Particolarmente grave fu il bombardamento effettuato dalle truppe tedesche durante l’ultima guerra, che ebbe come bersaglio la rocca tenuta da un manipolo di partigiani. Esplose e saltò in aria la polveriera che era all’interno di una bella loggia rinascimentale, che fu distrutta completamente.

Nel dopoguerra il castello divenne un allevamento di fagiani e pollame in genere, che ne aggravò vieppiù lo stato di degrado e di fatiscenza delle strutture. Acquistato negli anni Settanta dagli attuali proprietari, venne messo in opera un graduale, intelligente e corretto restauro che ha recuperato, quasi per intero, l’originario aspetto di superbo e maestoso maniero. Ora si presenta come un vero e proprio compendio d’architettura militare, le cui stratificazioni storiche sono ben leggibili, con particolare riferimento alle tre cinte difensive concentriche, poste a guardia del pendio meno declive. Il materiale di costruzione è in prevalenza la pietra calcarea e arenarica del sito, con tessitura rustica dei conci; alcune strutture sono incastonate nella roccia viva intagliata. Qualche pavimento e alcune pareti sono appunto di viva roccia. Visto da lontano il castello appare come un vero “nido d’aquila”, così abbarbicato alla rupe che si staglia nell’orizzonte. All’interno presenta qualche pregevole elemento architettonico come alcuni interessanti portali rinascimentali scolpiti nella roccia, la scala di buona fattura a doppia rampa simmetrica e il singolare ballatoio balaustrato; quest’ultimo è sostenuto da mensoloni scolpiti a bassorilievo sui fronti, che simboleggiano alternativamente i buoni e i cattivi istinti dell’uomo. Il tutto, realizzato con la bella arenaria del luogo, ingentilisce e rende meno severa l’atmosfera che pervade la rocca.


veduta della Rocca d’Olgisio lato sud 1906

Per non dire della terrazza ricavata ove in passato sorgeva la citata loggia rinascimentale, andata distrutta durante la guerra. Protetto da parapetto merlato, il terrazzo prospetta sulla valle. Nei giorni particolarmente limpidi, lo sguardo può spaziare oltre il Po, nella pianura lombarda, arrivando sino alle cime innevate delle Prealpi. Un panorama bellissimo! Dalla parte opposta si gode la vista delle ondulate colline piacentine, con l’emergenza innevata del monte Penice. Gli spazi scoperti sono ben tenuti, trattati a prato con cipressi, cedri del Libano e altri alberi ben curati. Gli interni sono tipici dei castelli di montagna ove domina la rustica semplicità delle pareti e dei pochi arredi rimasti. Tuttavia, alcuni camini in pietra e qualche soffitto a cassettoni, superstiti dello scellerato spoglio che il maniero ha subito, documentano il discreto valore artistico che gli ambienti possedevano in origine. Ciò è avvalorato da qualche sala con soffitto a volta, in particolare da due ambienti con pregevoli lunette affrescate con decori a grottesche. Peccato che una mano infelice abbia ripassato in maniera rudimentale gran parte degli affreschi, rovinandoli irrimediabilmente.

Le cantine voltate a botte, incastrate nella viva roccia, contengono alcune carrozze di varie epoche e una piccola raccolta d’armi e d’attrezzature antiche. Molto interessante è un gran pozzo alimentato dalle sorgenti che nascono dalla roccia, chiamato “Pozzo del diavolo”. Prima di essere parzialmente colmato con i detriti di demolizione, era profondo ben ottanta metri; ora la sua profondità è “solo” di cinquanta metri. Il sito di Rocca d’Olgisio riveste notevole importanza anche per quanto riguarda la sua natura geologica. La rupe sulla quale sorge il castello è formata da strati di arenaria di origine marina e da calcari più solidi. In tutta la zona circostante sono presenti grotte ed anfratti naturali con chiare e cospicue tracce di civiltà preistoriche. Anche sotto l’aspetto botanico il luogo è estremamente importante. È presente il fico d’India nano, alcuni esemplari di sughere sempre verdi e molte altre specie rare e protette. Rocca d’Olgisio merita sicuramente una visita per i suoi molteplici aspetti culturali, che vanno dalla geologia, alla botanica, alla storia e alla preistoria, all’architettura e al paesaggio, con l’aggiunta che la zona è ben servita dal punto di vista gastronomico. (Angelo Bellocchi-Piacenza).