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il Castello di Cianeto

Il maniero costruito forse su antichi resti di un castellaro degli antichi liguri che molti secoli prima dominavano le nostre vallate, faceva parte di rete difensiva di fortilizi della media ed alta Val Nure di una delle più potenti famiglie nobiliari medievali degli appennini piacentini i Nicelli, clan che aveva numerose ramificazione anche a Piacenza. Il castello è sito in una posizione strategica, costruito sopra un solido costone a sommità relativamente piatta a circa un paio di km in direzione SW da Bettola.

Si hanno notizie del maniero nicelliano a partire dal 1300 di cui ebbe il possesso Bertolino Nicelli e successivamente suo figlio Stefano. Le cronache storiche ci rimandano poi nell’anno 1636 mentre era in corso la guerra che vedeva Odoardo Farnese duca di Parma e Piacenza contrapposto alle soldataglie spagnole, proprio questo castello fu teatro di uno scontro tra le truppe del ducato e quelle iberiche, queste ultime reduci da un combattimento avvenuto nella non lontana Pradovera (nel comune di Farini). Risulta poi che agli inizi del 1800 il castello fosse di proprietà del capitano Gaetano Valla custode della Cittadella di Piacenza; attualmente il castello Cianeto è in grave stato di abbandono dopo essere stato per lungo tempo adibito ad usi rurali. Rimangono i resti della torre scapitozza a pianta quadrangolare, dal portale architravato sopraelevato e da una parziale cinta di mura. Ma un tempo l’aspetto e l’imponenza di questo fortilizio era ben diverso, infatti si trattava di una vera e propria cittadella rurale, con edifici ora non più esistenti annessi all’incastellamento, vi era anche una chiesa dedicata a Sant’Andrea, un’ampia cinta muraria e la torre originale aveva un tetto a falda che ricorda la casa torre sita in Pradello Colombo che prima di essere ristrutturata e ribassata era alta 28 metri.

Da questo castello poi nei secoli sono sempre partite le scorribande del clan dei Nicelli spesso sostenute anche da mercenari a pagamento contro le altre famiglie nobili del territorio ma anche contro il potere temporale papale basti ricordare la distruzione operata nel 1547 di Torre Farnese, torre fatta edificare da Papa Paolo Farnese III nel 1540. E’ rimasto anche nella narrazione popolare locale, oltre che storica, il ricordo di un efferato delitto che vide come protagonista il clan dei Nicelli che con un gruppo di oltre cento cavalieri partiti dal castello di Cianeto mise nel 1539 a ferro e a fuoco l’abitato di Bettola ed il suo circondario, portando morte e distruzione e che vide la barbara uccisione dell’anziano Giovanni Camia capo dell’omonimo clan rivale che contrapponeva in una faida sanguinosa le due maggiori famiglie nobiliari della media ed alta Val Nure. Il Camia fu prima torturato e seviziato, quindi fu trascinato nel greto di un rio che ancora oggi scorre all’ingresso nord di Bettola, qui fu scorticato vivo e portato a morte lenta; in seguito il rio che fu teatro della barbara esecuzione di Giovanni Camia prese il nome di rio dei Barbaroni. (contributo di Roberto Boiardi).


castello di Cianeto veduta primi del ‘900