penna

Pietro Perfetti - incisore

l’incisore del ‘700 con bottega
in strada del Guasto, oggi via Garibaldi

Pietro Perfetti è uno dei numerosi incisori settecenteschi che si è dedicato a riprodurre la cultura locale. Settimo figlio di Odoardo Perfetti e Angela Agnelli, Pietro nacque a Piacenza il 29 giugno 1725 nella parrocchia di Sant’Ilario. Nel 1737 la famiglia Perfetti viveva in strada del Guasto (l’attuale via Garibaldi), in un’abitazione presa in affitto, riscaldata da due camini e costituita da una bottega con quattro camere. Il padre Odoardo lavorava il legno come intagliatore e scultore: tra le sue opere più note, la cornice in legno dell’altare di San Giuseppe in Santa Maria degli Speroni (oggi San Fermo in via Cittadella, a Piacenza) e una statua di San Rocco che si trova nell’omonima chiesa a Busseto, in provincia di Parma, oltre che altre statue e candelabri rimasti anonimi. Pietro e alcuni dei suoi fratelli, fin dalla prima adolescenza, ricevettero dal padre gli insegnamenti necessari a proseguire il mestiere e coltivarono l’interesse per l’attività della bottega. Pietro, inoltre, dimostrò di aver una particolare predisposizione per il disegno, che è un elemento portante dell’incisione e della pittura; fu così incoraggiato dalla sua famiglia a ricevere un’istruzione scolastica adeguata, a coltivare il suo spirito creativo. I primi insegnamenti tecnici dell’intaglio a bulino gli furono impartiti da Antonio Friz, un incisore tedesco alle dipendenze del duca Antonio per la corte di Parma. Perfetti migliora così le sue abilità nel disegno e nel trasferire il disegno sulla lastra di rame nel tratto a bulino. Pietro Perfetti, nel corso della sua vita, lavorò esclusivamente a Piacenza e i suoi lavori sono quindi l’espressione di una cultura locale. Egli prese a collaborare con gli stampatori piacentini della sua epoca: Luigi Bernardo Salvoni e Luigi Filippo Giacopazzi. Quest’ultimo –che in qualità di stampatore vescovile editava quasi totalmente testi a carattere religioso– era intenzionato a rilanciare il nome della sua stamperia. Giacopazzi, riuscito ad aggiudicarsi la pubblicazione della monumentale opera storica di Cristoforo Poggiali, il maggior storico piacentino del tempo, decise di arricchirla con incisioni.

Si rivolse così a Pietro Perfetti, il miglior incisore che il mercato locale offriva, e gli assegnerà il prestigioso incarico di realizzare 12 frontespizi (vedute di palazzi) e 13 capilettera (iniziali con miniature di chiese della città) per essere inserite nei 12 volumi “Memorie storiche” del Poggiali, pubblicati dal 1757 al 1766. È una svolta epocale. Con Pietro Perfetti, per la prima volta, la città di Piacenza viene riprodotta attraverso i suoi palazzi: fino ad allora era sempre stata rappresentata attraverso planimetrie sei-settecentesche, eseguite da incisori stranieri, che venivano allegate in guide per viaggi o in atlanti geografici. Nel 1769 sopraggiungono altri importanti autorevoli incarichi. Perfetti si dedicherà a quattro incisioni per illustrare “Il Congresso negli Elisi” e tre per le “Feste celebrate in Parma”: libri da cerimonia realizzati in occasione delle nozze del duca Ferdinando. Per il poema piacentino “Il Congresso negli Elisi” il Perfetti ha riprodotto in antiporta un disegno di Pietro Ferrari, professore di disegno dell’Accademia di Parma, e ha inciso il frontespizio, lo stemma e il finalino. Tra le quattro incisioni, quella dell’antiporta è considerata la più difficile e riproduce la teatrale allegoria sulle nozze tra Ferdinando e Amalia, dove i personaggi vestiti con costumi classici simboleggiano le arti e patrocinano l’unione tra le due dinastie reali. Pietro Perfetti morì il 2 luglio 1770, probabilmente in seguito ad una lunga malattia, all’età di 45 anni. A lui il Comune di Piacenza ha dedicato una via nel quartiere Besurica della città. Al civico 1 di via Perfetti si trova la filiale n° 5 della Banca di Piacenza.


il Congresso negli Elisi di proprietà della
Biblioteca Comunale Passerini Landi


è stato l’illustratore delle “Memorie storiche” del Poggiali

Prima di tutto, una premessa. Mi sono imbattuto nella figura di Pietro Perfetti in modo del tutto casuale. Una domenica mattina, sul finire del mese di settembre del 2022, mi ero recato nello studio del presidente Corrado Sforza Fogliani. Anche quel giorno, come da mia abitudine, sono passato dal portone di via Garibaldi, perché sapevo che domenica la porta principale, prospiciente via Vigoleno, era solitamente chiusa. Arrivato nel cortile interno, bussai alla porta di servizio e l’avvocato mi aprì. Scambiati alcuni convenevoli, gli proposi di scrivere un articolo di carattere storico che potesse essere interessante da pubblicare sul periodico Bancaflash. «Va bene», mi disse. Tuttavia non avevo ancora riflettuto su un argomento specifico da trattare, quasi a sottintendere che avrei ben accolto un suo suggerimento. Stava scartabellando alcuni libri dalla sua biblioteca e si stava appuntando delle note, poi mi sorprese accennando un sorriso e rispondendomi: «Pensaci e mi saprai dire». Qualche settimana più tardi il presidente è venuto a mancare. La notizia mi ha lacerato: ho perso una persona a cui volevo tanto bene. Passavano i giorni e, preso dal lavoro sul fronte giornalistico, non avevo ancora focalizzato un argomento sul quale concentrarmi per stendere un articolo per Bancaflash.

Una mattina, sotto le festività natalizie, di passaggio al quartiere Besurica, mi fermai a prendere un caffè in un bar in piazza e colsi l’occasione per sbrigare una commissione nella Filiale n° 5 della Banca di Piacenza. Mentre camminavo il mio sguardo si posò sul cartello stradale che indica la via: Perfetti. Lo avevo già letto decine di volte quel nome. E sapevo benissimo che quella filiale della Banca si trovava in via Perfetti. Eppure stavolta mi prese una certa curiosità. Ho sfilato dalla mia tasca l’iPhone per cercare su Internet notizie riguardanti questo “Perfetti”.. Ma il web si presentava come una landa desolata. “Com’è possibile?”, mi sono chiesto. Arrivato a casa presi a sfogliare diversi libri in mio possesso che trattano argomenti storici, ma nessuno di questi era esauriente. Nei giorni a seguire decisi di ritagliarmi un’ora di tempo per recarmi alla Biblioteca Comunale Passerini Landi. Qui, finalmente, trovai un tomo, curato da Stefano Pronti, edito nel 1981 dalla Cassa di Risparmio di Piacenza, totalmente dedicato alla figura di Pietro Perfetti, l’incisore a bulino del ‘700 dal forte indirizzo clericale che riproduceva la cultura locale. Presi a consultarlo. Improvvisamente, rimasi di stucco nel leggere che l’abitazione e la bottega di Pietro Perfetti si trovavano in strada del Guasto, oggi via Garibaldi. Per me, incredibilmente, la meta si presentava come il principio. E mi piace pensare che sia stato l’avvocato Sforza, da lassù, a suggerirmelo. (Stefano Pancini, Bancaflash n.5 sett. 2023).