il rifuso Campanone di Cortemaggiore
Il campanone di Cortemaggiore fu fabbricato nell’anno del Signore 1507 ,
e rifuso nell’anno 1856 , a spese del Comune; fu poi nuovamente rifuso,
con private offerte , nell’anno 1939 ; allorché il campanile fu gratuitamente
arricchito d’un moderno orologio dal concittadino Eugenio Balestra.
Son carco d’anni; passo i quattrocento;
Son, senz’altro, il più vecchio del paese;
Conobbi gli avi vostri, e ne rammento
L’alba, il tramonto, le onorate imprese.
Tre volte io giacqui, inutile strumento;
Ma, per tre volte, il popolo cortese
Alla mia voce, che parea lamento,
La squilla, il tuon, le antiche forze rese.
Tale la vita mia: d’ogni campana
Tale è la sorte; ed è altresì la storia,
Di tutta quanta la famiglia umana.
Quando di man le sfugge la vittoria,
E cade affranta, come cosa vana,
Iddio la risolleva, e le dà gloria!
Un bronzo io son, ma ho tanto sale in testa
Da non inorgoglirmi per l’onore
Reso a me dal prelato, e per la festa
Che ha fatto intorno a me Cortemaggiore.
Dichiaro inoltre da campana.... onesta,
Che in me non riconosce alcun valore,
Tolta la mia missione, che è questa:
- Io sono il portavoce del Signore –
Se questa voce segna una conquista,
Sempre che vibri, non è per mia morte;
E neppur se consola, o se rattrista.
Nel nego: un’ambizion l’ho anch’io per certo:
Ed è che, a differenza dal Battista,
La mia voce non suoni nel deserto!
Fra dieci, venti, cento, fra mill’anni,
Che ne sarà del vostro campanone?
Quante fratture avrà? Quali altri danni?
Che il ciel disperda una feral visione!
Ahimè! Se nuovi Goti,Unni.Enormanni
Sbucando in massa dal Settentrione,
Ripionbasser quaggiù, empil e tiranni,
Che ne faran di me? Forse un cannone…
Dovrò dunque asservirmi all’oste atroce,
Templi di Altari, con furor mai visto,
Atterrando, e infrangendo fin la Croce?...
In alto i cuori! Un giorno al mondo triste
Il campanon rifuso, con gran voce,
Griderà fra gli osanna: Ha vinto il Cristo!
“Sonetti del concittadino Mgr. Faustino Lattieri sul rifuso campanone
Consacrato da S.E. Ersilio Menzani vescovo di Piacenza”
e rifuso nell’anno 1856 , a spese del Comune; fu poi nuovamente rifuso,
con private offerte , nell’anno 1939 ; allorché il campanile fu gratuitamente
arricchito d’un moderno orologio dal concittadino Eugenio Balestra.
Il Passato del Campanone
Son carco d’anni; passo i quattrocento;
Son, senz’altro, il più vecchio del paese;
Conobbi gli avi vostri, e ne rammento
L’alba, il tramonto, le onorate imprese.
Tre volte io giacqui, inutile strumento;
Ma, per tre volte, il popolo cortese
Alla mia voce, che parea lamento,
La squilla, il tuon, le antiche forze rese.
Tale la vita mia: d’ogni campana
Tale è la sorte; ed è altresì la storia,
Di tutta quanta la famiglia umana.
Quando di man le sfugge la vittoria,
E cade affranta, come cosa vana,
Iddio la risolleva, e le dà gloria!
La Parola del Campanone
Un bronzo io son, ma ho tanto sale in testa
Da non inorgoglirmi per l’onore
Reso a me dal prelato, e per la festa
Che ha fatto intorno a me Cortemaggiore.
Dichiaro inoltre da campana.... onesta,
Che in me non riconosce alcun valore,
Tolta la mia missione, che è questa:
- Io sono il portavoce del Signore –
Se questa voce segna una conquista,
Sempre che vibri, non è per mia morte;
E neppur se consola, o se rattrista.
Nel nego: un’ambizion l’ho anch’io per certo:
Ed è che, a differenza dal Battista,
La mia voce non suoni nel deserto!
L’avvenire del Campanone
Fra dieci, venti, cento, fra mill’anni,
Che ne sarà del vostro campanone?
Quante fratture avrà? Quali altri danni?
Che il ciel disperda una feral visione!
Ahimè! Se nuovi Goti,Unni.Enormanni
Sbucando in massa dal Settentrione,
Ripionbasser quaggiù, empil e tiranni,
Che ne faran di me? Forse un cannone…
Dovrò dunque asservirmi all’oste atroce,
Templi di Altari, con furor mai visto,
Atterrando, e infrangendo fin la Croce?...
In alto i cuori! Un giorno al mondo triste
Il campanon rifuso, con gran voce,
Griderà fra gli osanna: Ha vinto il Cristo!
“Sonetti del concittadino Mgr. Faustino Lattieri sul rifuso campanone
Consacrato da S.E. Ersilio Menzani vescovo di Piacenza”