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le Carte da Gioco Piacentine

"Breve Storia delle Carte da Gioco Piacentine"



Mazzo completo di carte piacentine

Create nella nostra città, le carte piacentine sono carte in stile spagnolo importate probabilmente sotto l’occupazione francese. I soldati francesi, infatti, usavano mazzi spagnoli per giocare ad “Aluette” , questo tipo di carte si è diffuso nelle regioni del centro durante il XIX secolo, quando i territori dello Stato Pontificio arrivarono a toccare le città emiliane. Probabilmente solo in quegli anni venne raggiunto l’aspetto finale, infatti il mazzo piacentino trova molti punti di contatto con le carte spagnole disegnate da Philippe Ayet nel 1575 e ritrovate nella torre “de los Lujanes a Madrid” durante la demolizione. Fino agli anni 1945-50 le figure erano intere. Le carte con le figure sono tutte in piedi, al contrario dei mazzi del nord Italia dove solitamente i Re sono assisi su un trono. L'asso di denari è detto localmente "la Polla", mentre il cinque di spade ha la particolare caratteristica del motivo vegetale che contraddistingue anche il mazzo piacentino, e molte delle pose delle figure sono analoghe. Anche l'impostazione generale delle carte numerali è molto simile. Non faceva eccezione il quattro di bastoni, nella versione spagnola sorretto dalle mani e dai piedi di un putto, in alcuni mazzi è una scimmia. I primi disegni delle piacentine infatti avevano i gambi dei bastoni tutti verso il basso, mentre sugli esemplari più moderni sono verso il centro. Alcuni esempi più eleganti e dettagliati di questo stile furono disegnati da “Ferdinando Gumpemberg (o Guppemberg), nei primi dell'Ottocento, oggi molto rari e difficile da reperire. Un disegno molto diffuso, invece, è quello eseguito dall'incisore Antonio Lamperti, ad una testa, e riprodotto da Modiano (da non confondere con il disegno classico usato da Modiano, dal 1950, il mazzo contiene 40 carte ed ha figure a due teste) e misurano circa 50x93 mm. Da ricordare che le carte piacentine vengono anche considerate,(da alcuni), un altro strumento di cartomanzia.

Le Origini

Generalmente una carta da gioco è una tessera di forma rettangolare, (in India sono rotonde), di cartoncino pesante oppure di plastica, avente come dimensione una mano, e generalmente usata per fare giochi di carte. Una serie di queste carte viene detta “mazzo”. Le carte da gioco sono gli “strumenti più usati dagli “illusionisti” di tutto il mondo, come anche nelle “pratiche occulte” quali la cartomanzia, ecc. Tanti giochi di carte coinvolgono il gioco d’azzardo e devono, direi ovviamente, subire la disapprovazione di gruppi religiosi e autorità locali. Molte carte da gioco sono anche oggetto di collezionismo, (a parte quelle realizzate appositamente per il mercato collezionistico), tanti mazzi speciali, nuovi o creati da artisti, sono spesso con temi culturali, politici o educativi. Il lato di ogni carta, la faccia o il fronte, evidenzia dei disegni che la distinguono dalle altre e che determinano l’uso con le regole di un particolare gioco, mentre l’altro lato, il retro o dorso, è uguale per tutte le altre carte del mazzo, generalmente ha un disegno con motivo non riconoscibile. Per fornire un elemento di casualità nel gioco, nella maggioranza dei giochi le carte sono raggruppate in un mazzo ed il loro ordine viene reso casuale mediante una procedura detta “Mescola”. Non si conosce l’origine delle carte da gioco, ma le prime testimonianze del loro uso risalgono poco dopo l’invenzione della carta in Cina, probabilmente nel X secolo. Le vecchie cinesi “carte moneta” avevano tre semi: Jiam o Qian (monete), Tiao (stringa di moneta, il nome stringa si riferisce al foro che hanno le monete cinesi per poterle appendere o legare su di una corda), Wan (diecimila), a questi si potevano aggiungere altre carte singole Qian Wan (migliaia di diecimila), Hong hua (fiore rosso) e Bai Hua (fiore bianco). Queste venivano rappresentate da ideogrammi con numeri da 2 a 9 sui tre “Semi”. Il Wilkinson ricorda che le prime carte erano in realtà denaro reale e che erano, nello stesso tempo, considerate uno strumento di gioco. Infatti è molto probabile che le tessere del Domino o del moderno Mahiong siano direttamente le discendenti delle antiche carte cinesi. La parola cinese “P’ai” viene usata per descrivere sia le tessere che le carte da gioco. Il tempo ed i modi dell'introduzione delle carte da gioco in Europa è ancora oggetto di discussioni. Se le carte da gioco fossero un fenomeno diffuso in Europa già nel 1278, Francesco Petrarca ne parlerebbe nel “De remediis utriusque fortunae”a proposito dei giochi d'azzardo, ma non è così. È molto probabile che le antenate delle moderne carte da gioco siano arrivate in Europa attraverso i contatti con gli Egiziani verso la fine del XIV secolo, e in quell'epoca avevano già assunto una forma molto simile a quella odierna. In particolare il mazzo degli Egiziani conteneva 52 carte, che formavano quattro semi: Jawkân (bastoni da polo), Darâhim (denari), Suyûf (spade) e Tûmân (coppe). Ogni seme conteneva dieci carte, numerate da 1 a 10, e tre figure (o carte di corte) chiamate malik (re), nā'ib malik (viceré o deputato del re) e thānī nā'ib (secondo o sotto-deputato). Le figure, invece, mostravano disegni astratti senza ritrarre persone (a causa della legge islamica che vietava di ritrarre figure umane), ma riportavano il nome di ufficiali dell'esercito. Ci sono alcune prove dove si evidenzia che questo mazzo si sia evoluto da un mazzo precedente composto da 48 carte che aveva solo due figure per seme ed alcune altre prove sembrano suggerire che le prime carte cinesi arrivate in Europa siano passate per la Persia, che a sua volta ha influenzato gli Egiziani. Ignoriamo se queste carte abbiano influenzato le carte indiane, in ogni caso le carte indiane si distinguono per alcune caratteristiche: sono rotonde, generalmente dipinte a mano con schemi intricati e comprendono più di quattro semi (a volte fino a dodici).

Diffusione in Europa e prime modifiche

Verso la fine del XIV secolo l'uso delle carte da gioco si diffonde molto rapidamente in Europa, tra i primi riferimenti ricordiamo i seguenti: 1- Nel Maggio del 1376, un'ordinanza fiorentina ordina e vieta il gioco delle naibbe, (naibe), nome antico per le carte da gioco, probabilmente derivato da 'nā'ib dall'arabo "deputato". 2- Nel 1377, nel sermone di un frate Domenicano “Tractatus de moribus et disciplina humanae conversationis” si illustra e descrive un gioco di carte. 3- Nel 1377, in un'ordinanza a Parigi si vieta il gioco delle carte nei giorni feriali. 4- Nell’Ottobre 1380, a Barcellona, nell'inventario di un mercante viene elencato un gioco di carte di 44 pezzi. Il mazzo di carte da gioco europeo più vecchio che è conosciuto si chiama “Italia 2” ed è datato verso la fine del 1300, un altro antico mazzo di carte conosciuto detto il “mazzo di Stoccarda” si presume risalga al 1430. Gli europei cambiarono molto l’aspetto delle carte da gioco, le figure delle carte cambiarono per rappresentare le famiglie reali europee ed i loro vassalli, originariamente "re", "cavalieri" e "servi". La regina venne introdotta in modi differenti: nei più antichi mazzi tedeschi arrivati fino a noi la rimpiazza il Re in due dei semi come carta di maggior valore. Gli stampatori tedeschi produssero carte usando cuori, campane, foglie e ghiande, semi presenti anche nei mazzi della Germania meridionale e orientale per il gioco dello Skat, e nei mazzi bavaresi per il gioco del Watten e del Mao Mao. Le più vecchie carte italiane e spagnole usavano spade, bastoni, coppe e denari. È molto probabile che il mazzo dei tarocchi venga inventato in Italia in questo periodo, i tarocchi nacquero essenzialmente per il gioco, ma oggi trova un uso più frequente come strumento di cartomanzia e per altre pratiche esoteriche, questo sviluppo cominciato verso la fine del 1700 circa, quando i filosofi occulti vollero associare i simboli sulle carte dei tarocchi ai geroglifici degli antichi Egizi. I quattro segni, cuori, quadri, picche e fiori hanno origine in Francia e sono probabilmente prevalsi perché più facili ed economici da riprodurre rispetto a disegni più elaborati. Le figure sulle carte attraversano alcuni cambiamenti nel loro aspetto e nome, sulle prime carte si evidenziavano figure intere, in Francia molto spesso davano il nome di particolari eroi storici o fiabeschi, la località di Rouen diventerà un centro molto importante per la loro produzione nel XVI secolo. E’ probabile che le carte di Rouen siano state importate dell’Inghilterra per poi divertarne di uso comune, le figure della produzione di carte degli artigiani di Rouen avevano i nomi in corrispondenza dei Re di picche, cuori, quadri e fiori, rispettivamente individuati nei personaggi di Davide, Alessandro Magno, Giulio Cesare, e Carlo Magno. I fanti sono; Ettore (principe di Troia), La Hire (comandante francese),Ogier (un cavaliere di Carlo Magno) e Judas (Giuda Maccabeo che guidò la rivolta ebraica). Poi abbiamo le Regine, Pallas (Pallade Atena), Rachel ( la madre di Giuseppe), Argine (di origine ignota) e Judith (figura biblica). L a tradizione francese parigina usa gli stessi nomi ma assegnati a semi diversi e stranamente i nomi parigini otterranno più successo anche con le carte prodotte a Rouen. L'innovazione successiva fu quella delle figure simmetriche o a “due teste”, in modo che un giocatore non fosse tentato di capovolgere la carta per averla dritta, dato che questo poteva dare indicazioni agli altri giocatori di quali carte avesse in mano. Questa innovazione richiese l'abbandono di alcune delle caratteristiche delle figure precedenti che erano rappresentate per intero sulla carta. La matta, o joker , è una creazione inizialmente per il gioco alsaziano e si diffonde dall'Europa all'America assieme al Poker, gioco nel quale oggi non è usata. Nonostante la somiglianza con il Pazzo dei tarocchi si ritiene che non ci sia alcuna correlazione. Nei mazzi moderni uno dei due joker è generalmente più colorato e dettagliato dell'altro, i due joker sono normalmente detti rosso e nero. Diversamente dalle figure lo stile dei joker varia e molti produttori lo usano come per imprimervi il loro marchio registrato.

Le Carte Italiane


alcune delle carte ideate da Bot con simboli di sua creazione 1931

Normalmente i mazzi delle carte da gioco italiane sono composte da 40 pezzi ed in 4 semi diversi (tipiche sono le napoletane, piacentine, ecc.), si evidenzia una grande varietà dello stile nel disegno delle stesse. In molte regioni sono diffuse le carte con stile italiano o spagnolo con i semi a bastoni, coppe, denari e spade; in altre regioni troviamo carte illustrate con i semi francesi, cuori, quadri, fiori e picche. Di ogni seme troviamo i numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7, più l'asso e le figure. Le carte regionali italiane si possono essere divise in quattro gruppi: 1- Gruppo Italia settentrionale: derivano dai tarocchi del XIV-XV secolo; hanno le spade in forma di scimitarre e i bastoni in forma di scettri. Gli assi molto elaborati possono riprodurre un motto. Esistono nelle versioni a 36 carte (raro), 40 o 52. In questo gruppo troviamo le bergamasche, le bolognesi, le bresciane, le venete, le triestine e le trentine. Sono molto diffuse nelle regioni del nord est. 2- Gruppo spagnolo: hanno i bastoni a forma di tronchi e le spade più corte e dritte con figura intera, tranne le piacentine di "tipo moderno" (dopo gli anni 50). Appartengono a questo gruppo le piacentine (le più diffuse tra il tipo spagnolo insieme alle napoletane), le napoletane, le romagnole, le siciliane e le sarde. Sono diffuse nelle regioni del centro-sud, o in tutta Italia (napoletane e piacentine). Esistono solo nella versione a 40 carte. Un particolare gruppo di carte appartenenti a questo gruppo sono le romane, nate negli anni settanta, hanno incontrato poca fortuna tra i giocatori e non sono state più prodotte; queste carte avevano le figure che si rifacevano alla tradizione degli antichi romani: legionario, centurione, imperatore. 3- Gruppo francese: hanno i semi delle carte francesi e normalmente senza indici. Fanno parte di questo gruppo le genovesi, le lombarde, le toscane, le piemontesi. Hanno le figure intere, tranne le genovesi (figure di tipo francese o belga). Sono diffuse nel nord-ovest, Esistono nelle versioni a 36 (genovesi e piemontesi), 40 o 52 carte. 4- Gruppo tedesco: hanno i semi di tipo tedesco (cuori, ghiande, foglie e campane) e sono diffuse nella provincia di Bolzano, dove sono conosciute con il nome di "Salisburghesi" , sono a figura intera e in Austria sono conosciute anche come tedesche a figura intera, per distinguerle dalle "Bavaresi" che hanno la figura doppia. Nate come mazzo da 36 carte negli anni ottanta è stato introdotto il mazzo da 40 che oggi è l'unico diffuso in Alto Adige (la versione da 36 è invece diffusa in Austria).
Le Tecniche di produzione

Una volta le carte erano fatte tutte in modo artigianale con una tecnica abbastanza costosa per cui non vi era la possibilità di una produzione di massa. Di sicuro è certo che le carte venivano fatte con il metodo della xilografia; ( venivano impressi, sui fogli di carta, dei disegni mediante delle matrici incise nel legno, poi colorate a mano e sovrapponendo delle mascherine diverse e con dei tamponi imbevuti di inchiostri), ciò comportava numerose macchie e sbavature. Il motivo principale del successo dei semi francesi e della loro diffusione nel mondo è legato probabilmente all'economicità e semplicità della loro stampa: data la colorazione a tinta unita le carte numerali possono essere prodotte direttamente mediante la sovrapposizione delle maschere senza dover passare per la xilografia (comunque necessaria per le figure). Solo all’inizio del 1800, quando venne introdotta la “litografia” molto economica e poi nel 1900 con l’introduzione della “cromolitografia”, si iniziò ad avere una produzione economica e una distribuzione più capillare. Il processo produttivo che porta alla realizzazione di un mazzo di carte da gioco inizia col scegliere il materiale più adatto: cartoncino o plastica. Le carte, vengono impresse su fogli unici e vengono sovrapposte da uno strato di vernice per aumentarne la luminosità e brillantezza dei colori, per la viscosità, e allungarne la durata nel tempo. Attualmente sono presenti alcuni prodotti HQ che, grazie a particolari trattamenti superficiali quali la calandratura e telatura, garantiscono grandi performance in termini di resa per un uso casalingo e professionale della carta da gioco. Successivamente i fogli vengono tagliati e predisposti in strisce verticali che, a loro volta, vengono passati in una lama e quindi tagliati in singole carte. I mazzi di carte ottenuti, attraversano il processo automatizzato di arrotondamento degli angoli, per giungere quindi alla forma, rettangolo arrotondato tipico della carta da gioco. Infine, ogni mazzo viene confezionato ed inserito nell'astuccio pronto per la distribuzione e l'utilizzo.



I bari – olio su tela del 1594 opera del Caravaggio